Tajani e la vocazione "vincente" di Fi: "Il partito non si accontenti del 10%"

Consiglio nazionale azzurro, il segretario annuncia i nuovi alleati: Mpa e altri centristi

Tajani e la vocazione "vincente" di Fi: "Il partito non si accontenti del 10%"
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Roma - Vuoto al centro, forte polarizzazione a destra e sinistra. L’obiettivo del 20%, con 5 milioni di voti, per Forza Italia è vicino alle prossime elezioni politiche. Antonio Tajani, il leader azzurro che ha rilanciato il partito dato per spacciato dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, sprona i suoi dirigenti al Consiglio nazionale. «Due anni e mezzo - dice- non sono tanti, non perdiamo tempo. Dal primo gennaio si cambia registro. Per arrivare al meglio all’appuntamento delle urne serve un salto di qualità politico e organizzativo, un nuovo sforzo per aggregare senza accontentarci del 10%, un impegno senza assenteismi nelle aule del parlamento nazionale, nei Consigli regionali, nel Parlamento europeo. Io ci credo, vi stresserò, sarò severo, ma come un buon padre di famiglia. Perché dobbiamo far crescere la squadra creata da Silvio Berlusconi e farla essere sempre vincente».

Nell’auletta della Camera il segretario azzurro dice che vorrebbe un ritorno al sistema proporzionale, magari con una quota di preferenze, come nel voto europeo. Parla di liste competitive, di confrontarsi «senza paura» con gli avversari. E annuncia l’arrivo di «nuovi amici nella nostra famiglia», viene votata l’affiliazione di due movimenti, l’Mpa guidato dal siciliano Raffaele Lombardo e Scelta popolare. «Il centro siamo noi», osserva il segretario azzurro. Vengono presentati dati e analisi del voto, il trend in salita, dalle politiche del ‘22 all’8,1% fino all’ultimo sondaggio all’11,4%. Molto fa la fiducia nella leadership di Tajani, passata dal 33,6 al 37,6%. Alle ultime regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria, a prescindere dalla vittoria o meno del centrodestra, Fi è sempre cresciuta del 44%, soprattutto nel centro nord e nel ceto medio. Ha intensificato il dialogo con i giovani e l’impatto sui media. I punti di forza sono la leadership autorevole e l’appartenenza al Ppe.

Attorno a Tajani c’è tutto il quartier generale, Maurizio Gasparri, Paolo Barelli, Licia Ronzulli, Salvatore De Meo. Manca il governatore calabrese Roberto Occhiuto, operato al cuore e il leader gli manda un abbraccio. Il presidente del Consiglio nazionale e governatore della Sicilia Renato Schifani, non evita la spina nel fianco dei meridionali, la riforma sull’autonomia differenziata. «Quello della Cassazione - dice- è un parere tecnico, non il via libera al referendum. Vedremo il 20 gennaio.

Ma come potrà la Corte costituzionale dichiarare costituzionale una legge che lei stessa ha svuotato?». L’autonomia, si legge nel documento politico approvato dagli azzurri, Fi la «vuole e rivendica ma non accetterà mai, nel modo più assoluto, che si traduca in strumento di discriminazione verso i cittadini del Sud».

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