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Tajani lancia il congresso FI: "Dopo Silvio cambia tutto"

Il leader presenta l’evento: "Berlusconi non c’è più, siamo squadra. Noi centrali, puntiamo al 10% alle Europee e al 20 per le Politiche"

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«Fi è la forza politica che cresce di più, perfino la stampa più critica parla di boom. Abbiamo superato il momento più difficile della nostra storia, Berlusconi non era come Luigi XV “Après moi, le déluge”, preparava il dopo...». Antonio Tajani presenta il Congresso nazionale di venerdì e sabato a Roma con un’inesauribile fiducia nel domani del partito azzurro. Alle sue spalle c’è un grande manifesto con la foto di Lui e la scritta: «Silvio Berlusconi presidente». Questo appuntamento è il primo senza il Cavaliere ma si aprirà con il suo discorso al Senato, l’ultimo, quello da cui si riparte.

«Lì sono le radici del nostro futuro- dice Tajani-. Abbiamo voluto cambiare profondamente il partito, perché un conto era con Berlusconi e un conto è senza. Ora è più importante la squadra. Dobbiamo dimostrare di meritare la sua eredità, abbiamo 110 mila iscritti, puntiamo al 10% alle elezioni europee e al 20 alle politiche». Ecco il sillogismo del capogruppo al Senato Maurizio Gasparri: «Tutti sappiamo che Berlusconi è insostituibile e che il berlusconismo è insostituibile, dunque Fi è insostituibile».
Sabato pomeriggio l’erede naturale del Cavaliere sarà votato segretario nazionale di Fi. Lui stesso ha voluto il Congresso prima del voto europeo e sottolinea che l’organizzazione non è più fortemente verticistica, la democrazia interna si è accentuata. «Il segretario - dice il vicepremier e ministro degli Esteri - non è l’uomo solo al comando».

Accanto a Tajani, saranno eletti sabato 6 membri della segreteria, 10 del Consiglio nazionale e 4 vicesegretari per cui si fanno i nomi del governatore della Calabria Roberto Occhiuto, di quello del Piemonte Alberto Cirio, della responsabile Esteri di Fi Deborah Bergamini e dell’ex responsabile dei giovani azzurri Stefano Benigni, vicino all’ex compagna di Berlusconi. Per qualcuno, la deputata Marta Fascina lo vorrebbe vicario per avere influenza nel partito, ma Tajani è secco. «Per tutti lo stesso ruolo, nessun vicario. Il più eletto, in caso di impedimento del segretario, lo sostituirà fino all’elezione, secondo lo Statuto». Fascina sarà al Congresso? Lui alza le spalle: «Marta è deputato, questa è la sua casa, se ritiene di venire... Ma sapete che non è stata granché bene...». La famiglia Berlusconi, non ci sarà, «il loro è un altro mestiere, fanno gli imprenditori, ma ci seguono con attenzione e il nostro rapporto è costante».

L’altro aspetto che caratterizzerà il Congresso è l’europeismo popolare e arriva da Tajani la conferma che Fi sosterrà la ricandidatura di Ursula von der Leyen a capo della Commissione Ue, al congresso Ppe di Bucarest a marzo. «Essere europeisti non vuol dire essere appiattiti sull’attuale Europa ma essere critici per migliorarla». Aprirà la due giorni Manfred Weber, presidente del Ppe, sabato interverranno la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola e l’ex segretario del partito maggioritario in Europa, Antonio Lopez Isturiz. «Noi siamo il Ppe in Italia e questa appartenenza per noi è fondamentale», sottolinea Tajani. Il capogruppo a Bruxelles Fulvio Martuscello: «Questo primo Congresso con Ppe nel simbolo è il punto d’arrivo di un percorso iniziato nel ‘98».

Quanto al centrodestra e alle regionali, il leader azzurro conferma alla Lega che in Basilicata Vito Bardi «è il miglior candidato» e conclude: «Vogliamo essere il “centro di gravità permanente”, siamo diversi da FdI e Lega, ma non c’è concorrenza interna, perché vogliamo dare al più grande partito d’Italia, quello dell’astensione, un punto di riferimento affidabile, nell’area tra Meloni e Schlein».

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