In tanti campi si può scegliere senza rinunciare alla qualità

Andrea Baracco, vicepresidente di Assolowcost (l'associazione delle aziende che promuovono la qualità a basso prezzo), dalle vostre ricerche emerge una sempre maggiore preoccupazione dei consumatori per i prezzi di energia, carburanti e alimentari, ma c'è un aspetto positivo in questa nuovo modo di produrre e di vendere?
«Ci vorranno alcuni anni perché i consumi tornino ai livelli pre-crisi. Per l'auto addirittura il 2020. Ma le imprese low cost, che sono state le prime a rivedere l'organizzazione produttiva, l'anno scorso hanno registrato una crescita del fatturato del 7,43% a fronte di un calo generalizzato dei ricavi per la concorrenza».
Dunque, non è solo risparmio con minor qualità?
«Assolutamente no. Prendiamo l'esempio dei carburanti, le cosiddette «pompe bianche» hanno venduto benzine a un prezzo più basso facendo saltare il cartello dei grandi produttori petroliferi che quest'estate hanno iniziato a proporre forti sconti. Lo stesso vale per i prodotti alimentari senza marchio venduti dalle catene della grande distribuzione: costano meno e sono ugualmente buoni».
Qual è il risparmio medio che un consumatore può ottenere vivendo «low cost»?
«Nella media si può conseguire un risparmio compreso tra il 20 e il 30% rispetto a quanto si spendeva in precedenza. L'esempio più calzante è il caso delle automobili Dacia, costano il 20-30% e hanno la stessa tecnologia di Renault».
Quali sono i settori dove si può spendere molto di meno?
«In particolare l'abbigliamento. Le catene come Zara, H&M e Oviesse sono riuscite a raggiungere un rapporto tra qualità e prezzo molto interessante consentendo, soprattutto al pubblico femminile di poter variare con più frequenza il proprio guardaroba. Sta crescendo inoltre il settore medicale. All'inizio il fenomeno è partito nelle Regioni orientali dell'Italia poiché le persone, per spendere meno, si curavano nei Paesi oltre-frontiera, poi con i centri di acquisto su Internet come Groupon e Groupalia si è ampliata l'offerta di sconti per le visite mediche e specialistiche».
E pensare che il low cost è nato nel settore del turismo...
«Vettori aerei come Ryanair e Easyjet hanno dimostrato che si può ottenere un servizio efficiente abbassando i costi di produzione. Questo modello è stato poi esportato nel settore alberghiero e nella ristorazione grazie anche alle offerte integrate di pacchetti gestite da questi operatori.

Poi anche gli altri settori produttivi si sono adeguati».
Ma molto è cambiato anche dalla parte dei consumatori.
«Veniamo da un periodo in cui il consumo era eccessivo e spesso stimolato da fattori irrazionali. Oggi si usa di più la testa».

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