Le tappe della vicenda

Agostino Saccà è indagato per corruzione dalla procura di Napoli, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio perché - secondo i magistrati - avrebbe favorito alcune attrici segnalate da Silvio Berlusconi in cambio della promessa di un sostegno da parte del Cavaliere alle sue attività private

Le tappe della vicenda

Roma - Agostino Saccà è indagato per corruzione dalla procura di Napoli, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio perché - secondo i magistrati - avrebbe favorito alcune attrici segnalate da Silvio Berlusconi in cambio della promessa di un sostegno da parte del Cavaliere alle sue attività private. La pronuncia del gup sul caso - movimentato dalla pubblicazione di stralci di intercettazioni telefoniche tra Saccà e Berlusconi - è prevista l’8 luglio.

Il procedimento disciplinare Parallelamente all'indagine, la Rai ha aperto il 21 dicembre 2007 un procedimento disciplinare a carico di Saccà, che si era intanto autosospeso da responsabile di Rai Fiction, per valutare le eventuali violazioni del codice etico aziendale. Una prima fase dell’indagine interna - che ha preso in esame circa 1.500 pagine di documentazione, messe a disposizione di Viale Mazzini dalla procura di Napoli - si è conclusa senza decisioni da parte del vertice aziendale. Il 30 aprile, infatti, dopo la discussione in consiglio di amministrazione sulle carte dell’indagine, dalle quali sarebbero emerse alcune violazioni del codice etico da parte del dirigente, il direttore generale Claudio Cappon ha deciso di attendere gli esiti del procedimento penale - e dunque la pronuncia del gup - per acquisire "ulteriori elementi probatori". Una documentazione arrivata in Rai nelle scorse settimane e ora all’esame delle strutture competenti.

Il ricorso di Saccà Saccà, che attraverso i suoi legali ha contestato in più di un’occasione le "violazioni di ordine procedurale e sostanziale" della procedura disciplinare,

si è rivolto così al giudice del lavoro con un ricorso d’urgenza (ex articolo 700 del Codice di Procedura Civile) per costringere la Rai a pronunciarsi sul suo destino. Oggi il deposito della pronuncia del giudice.

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