Il Tar riapre la voragine delle toghe fuori ruolo

Via libera al trucco che permette di aggirare il tetto dei dieci anni lontano dai tribunali

Il Tar riapre la voragine delle toghe fuori ruolo

Mario De Ioris è un magistrato da oltre dieci anni fuori ruolo per incarichi in vari ministeri. Secondo la nuova regola annunciata come un severo giro di vite, dovrebbe rimettere la toga e tornare al suo ufficio giudiziario. E invece, pochi giorni fa ha ottenuto dal Tar del Lazio una bella vittoria contro il Csm, che gli aveva negato l'autorizzazione a proseguire la sua lunga carriera lontano da tribunali e corti giudiziarie come capo dell'ufficio legislativo del ministro dell'Ambiente Andrea Orlando.
De Ioris sarà il primo di una lunga schiera di colleghi che riuscirà ad aggirare il tetto recentemente fissato di dieci anni al massimo fuori ruolo, facendo appello al clamoroso precedente creato da Palazzo de' Marescialli in primavera, quando ha detto sì a due toghe richieste dal ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, come capo di gabinetto e capo dell'ufficio legislativo, malgrado avessero alle spalle oltre un decennio di incarichi fuori ruolo. Si trattava di Renato Finocchi Gherzi e Domenico Carcano e si ricorse, allora, all'escamotage di autorizzare i due per un'aspettativa senza assegni, invece del fuori ruolo, in modo che potessero andare a via Arenula con stipendio pagato non dall'amministrazione originaria ma da quella di destinazione. Un dettaglio, ma la sostanza non cambiava affatto.
Scoppiarono dure polemiche al Csm e nel Palazzo della politica, malgrado la decisione fosse stata spiegata come del tutto eccezionale e dovuta al rapporto particolare con il ministro della Giustizia. Fuoco e fiamme fece, inutilmente, la corrente di Magistratura indipendente, sostenendo contro tutti gli altri che tra le due formule non c'era differenza e che questo caso avrebbe aperto una voragine nell'argine appena costruito dei dieci anni al massimo. Cosa puntualmente successa.
Il primo caso è quello di De Ioris. Con un decreto urgente, il Tar del Lazio ha sospeso cautelarmente il provvedimento del Csm che impediva al magistrato di andare al ministero, giudicando che gli avrebbe provocato un «grave danno» perché in sostanza qualcun'altro sarebbe stato nominato capo dell'ufficio legislativo al posto suo. Così, De Ioris aspetta solo che il 18 settembre il decreto monocratico provvisorio venga confermato collegialmente. I suoi avvocati, Mario Serio e Domenico Naccarato, hanno smontato le tesi del Csm, sostenendo che fuori ruolo e aspettativa sono appunto due istituti diversi, che la seconda non deve rispettare alcun tetto decennale e che il precedente di Finocchi Gherzi e Carcano lo dimostra.

A nulla sono servite le contorte argomentazioni di Palazzo de' Marescialli sul fatto che una cosa è andare al ministero della Giustizia, con compiti più vicini a quelli dell'amministrazione giudiziaria e una cosa è andare al ministro dell'Ambiente. Anche se nello stesso posto, al vertice di un ufficio legislativo. La strada è aperta e ancora una volta si dimostra come, all'italiana, fatta una norma trovato l'inganno.

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