Tasse e concorrenza, le sigarette elettroniche già in crisiLa nuova imposta forse anticipata per coprire il rinvio dell'Imu

Sarà per via della concorrenza, con negozi spuntati come funghi in breve tempo ad ogni angolo delle città, o sarà per colpa dell'annunciato arrivo di una sovrattassa che equiparerebbe alle sigarette tradizionali anche quelle elettroniche, fatto sta che il mercato delle e-cig, dopo l'iniziale esplosione, adesso crolla. Lo denuncia Ovale, uno dei principali produttori, che parla di fatturato in picchiata, negozi che chiudono (circa 200 avrebbero già disdetto i contratti di affitto), oltre un migliaio di disoccupati. Paventa danni all'editoria in termini di mancati incassi pubblicitari (2 milioni in meno per i media nazionali, uno su quelli locali). E fa notare che sarebbe in ogni caso l'erario a farne le spese, visto che l'incasso tra Iva e tasse si ridurrebbe di centinaia di milioni. L'intervento era previsto per coprire il rinvio dell'aumento dell'Iva. Ma ora il governo potrebbe addirittura anticiparne l'entrata in vigore per coprire l'abolizione dell'Imu. L'Anafe (associazione Nazionale Fumo Elettronico) ha scritto una lettera al ministro Saccomann per scongiurare la misura che, si legge nella missiva, imporrebbe sulle e-cig una tassa del 58,5% (oltre al 21% di Iva).


Secondo gli studi della casa di produzione Ovale senza aumento delle tasse lo Stato avrebbe continuato ad incassare, soltanto dal gruppo, tra i 60 e i 70milioni di euro. Mentre l'attuale indirizzo, aggiungono, è in contraddizione con la recente richiesta di aiuto agli altri parlamentari del ministro della Salute «per la lotta al fumo».

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