È scritto nel destino del segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi: far arrabbiare la sinistra è la sua missione storica. Questa volta, però, lo scontro è salito ai massimi livelli. Non solo il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, si è scagliato contro le elaborazioni degli artigiani mestrini, ma addirittura il Tesoro (cioè il ministro Fabrizio Saccomanni) è intervenuto ufficialmente per confutarne le tesi. Il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, che già si era indignato con Bortolussi & C., ne ha approfittato per sparare a palle incatenate contro gli alleati di maggioranza del Pdl. Ecco perché è opportuno fare un breve passo indietro. Sabato scorso il consueto comunicato settimanale della Cgia ha avuto il torto di sottolineare la verità delle nude cifre. Nel 2014 la legge di Stabilità comporterà una maggiore imposizione per 1,1 miliardi. Nei due anni successivi le cose andranno un po' meglio per le tasche dei cittadini italiani ma, come diceva John Maynard Keynes «nel lungo periodo siamo tutti morti». Da quelle tabelle si è riaperto il conflitto tra Pdl («Bisogna riscrivere tutto, basta tasse!») e Pd sulla manovra, ma questa volta la sinistra ha colpito anche la Cgia.
Così via XX Settembre ieri mattina ha cercato di mettere fine alle polemiche «in merito alle valutazioni espresse da osservatori e commentatori» (cioè dalla Cgia). Ma senza successo. «La legge di Stabilità riduce la pressione fiscale dal 44,3 al 44,25 del Pil», si legge nella nota ufficiale e «le famiglie sono tenute al riparo da significativi incrementi di imposta (escluso il bollo sui conti di deposito titoli) e interessate da 1,5 miliardi di maggiori detrazioni Irpef». Le tasse in più? Si tratta di 2,6 miliardi da banche e intermediari finanziari sia per effetto del nuovo regime di deduzione delle perdite su crediti sia per effetto della rivalutazione dei beni di impresa. La prima smentita è arrivata dal capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta. «La legge di Stabilità produrrà un aumento della pressione fiscale per tutti perché si basa su stime di crescita assolutamente inverosimili. L'Italia non cresce e, se è così, aumenta la pressione fiscale», ha dichiarato. Il viceministro Fassina anche questa volta non è riuscito a contenersi e l'ha buttata in politica. «Perché una parte del Pdl ora critica? Ha cambiato idea? Oppure è un attacco strumentale per coprire scelte dovute alla vicenda giudiziaria di Berlusconi?», ha detto lamentando il mancato rispetto dell'accordo di fine agosto sulle linee condivise della manovra.
Poi è stata la volta della Cgia di Mestre. Punto nell'onore, lo stesso Bortolussi ha ribadito quanto affermato in precedenza. «È molto discutibile sostenere che l'aumento del prelievo fiscale sulle banche non avrà nessuna ricaduta su famiglie e imprese», ha replicato ricordando che nel 2008 la Robin tax sulle aziende energetiche comportò un aggravio di costi per gli utenti di 199 imprese sulle 476 oggetto del provvedimento. Niente da fare. Il ministro Zanonato ha perso le staffe. «Basta numeri sparati a caso: nel 2014 le tasse sulle famiglie caleranno di un miliardo», ha cinguettato amaramente su Twitter.
Bortolussi si è fatto una risata: «Se dopo 20 giorni dall'approvazione, il Tesoro di domenica ci dice che le tasse caleranno, vuol dire che lo stato confusionale è completo», ha replicato chiosando con una domanda ironica: «Se pagheremo di meno, perché discutono di elevare la no tax area (la soglia di esenzione totale dalle imposte; ndr) a 9mila euro di reddito?». A Bortolussi, in fondo, resterà proprio questa soddisfazione: aver costretto il Tesoro a «incomodarsi» di domenica per coprire le manchevolezze di una manovra che non funziona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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