Roma - Chiedere consiglio a un terrorista (per quanto pentito) su come contrastare il terrorismo è come affidare la gestione di un asilo nido a Erode. Assumere Attila come giardiniere. Chiedere a Giuda di occuparsi del catering per una cena. Va bene in una barzelletta, ma nella realtà non fa ridere. Eppure ieri abbiamo assistito a questo: Sergio Segio intervistato da Lucia Annunziata nel corso di In mezz’ora su RaiTre sul possibile ritorno agli anni di piombo. Tema di attualità, interlocutore discutibile. Perché Segio, 56 anni, è stato un protagonista della stagione più calda del terrorismo italiano, che ha vissuto dalla parte sbagliata della barricata: militante di Prima Linea, formazione di estrema sinistra, fu autore materiale delle esecuzioni dei magistrati Enrico Alessandrini (Milano, 29 gennaio 1979) e Guido Galli (Milano, 19 marzo 1980). Delitti per i quali ha scontato 22 anni di carcere, dopo un’iniziale condanna all’ergastolo.Ciò che gli dà diritto all’umano rispetto, rafforzato dal percorso di redenzione che, in carcere e fuori, lo ha condotto a numerose attività di volontariato e testimonianza. Fa comunque rabbia ascoltare le lezioni sulla tv di Stato di chi ha sui vestiti le macchie ingiallite del sangue di uomini uccisi in nome di un’idea archiviata dalla storia. E la presenza in collegamento Sabina Rossa, parlamentare e figlia di Guido, il sindacalista ucciso dalle Br a Genova nel 1979, non cancella l’onta ma serve solo all’Annunziata per parlare di «rispetto di contraddittorio e par condicio».
Alla Annunziata che gli chiede se ci sia davvero il rischio di una recrudescenza del terrorismo in Italia, Segio risponde sibillino: «Dipenderà dalla risposta che darà lo Stato.Mettere in campo l’esercito,militarizzare il territorio come in Val di Susa è il modo migliore per alimentare il terrorismo». La risposta da dare è quindi in termini sociali perché, «anche se è banale affermarlo, il disagio sociale può fare da incubatore». Quindi si potrebbe incominciare dal dare «risposte economiche alla crisi, dare più equità,tutelare il mondo del lavoro».Del resto «quando c’è temporale è molto facile che venga a piovere, bisogna quindi attrezzarsi ». C’è buon materiale per una rubrica fissa. Tipo: i proverbi dell’ex terrorista.
Segio ha le idee chiare. «Quando una democrazia non riesce ad aprire gli armadi dove ci sono gli scheletri, contribuisce ad alimentare questi fatti», sentenzia. E non è un caso che tutto parta ancora una volta da Genova, «la città del G8, la città delle torture nella scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto, che sono una ferita aperta nella città». Il luglio 2001 «per le nuove generazioni corrisponde alla perdita di un’innocenza come fu per la precedente generazione la strage di piazza Fontana. Ferite che producono cattivi sentimenti e cattive azioni».
La passerella televisiva di Segio scatena le reazioni scandalizzate del mondo politico: «Le tesi giustificazioniste della violenza sono un tragico errore. Lucia Annunziata cede al richiamo della foresta e si assume una gravissima responsabilità», punta il dito il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. «Pur con tutta la comprensione possibile, tuttavia Segio eviti di darci consigli sulla lotta al terrorismo», taglia corto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto mentre il senatore Enzo Fasano, componente della commissione di vigilanza Rai, parla apertamente di «pena e vergogna » e avverte: «Anche con la cattiva informazione si alimenta la violenza».
E a proposito di ex terroristi alla ribalta, oggi a Milano (ore 10, Palazzo Marino) il Coisp, sindacato indipendente di polizia, terrà una manifestazione per chiedere ancora una volta la rimozione da capo della
segreteria del vice sindaco Maria Grazia Guida di Maurizio Azzolini, immortalato in una foto storica mentre spara contro i poliziotti negli scontri che, nel 1977, portarono alla morte del vice brigadiere Antonio Custra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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