RomaIl corpo di un bimbo in avanzato stato di decomposizione incastrato tra le canne del Tevere, a Fiumicino. Una macabra scoperta, quella fatta ieri pomeriggio dai soci del circolo nautico «I tre nodi», in via Col del Rosso. Immerso in acqua, a testa in giù, incagliato nelle vicinanze della testata della banchina, che cera il cadavere, con addosso una magliettina bianca. È probabile che possa trattarsi di Claudio, il piccolo di 16 mesi che lo scorso 4 febbraio venne prelevato dallabitazione della nonna materna, in via degli Orti di Alibert, a Trastevere, dal padre Patrizio Franceschelli, 26 anni, da tempo in lite con la compagna, che quel giorno era ricoverata in ospedale. Luomo, al culmine di una lite per laffidamento con la nonna e la zia del bimbo, aveva raggiunto Ponte Mazzini e lo aveva gettato nel fiume. Quindici chilometri più «a monte» di dove è stato ora recuperato il corpo. Da allora Franceschelli, con precedenti per droga, si trova in prigione mentre i familiari non hanno mai smesso di chiedere a polizia e vigili del fuoco di trovare Claudio. Secondo un primo esame esterno il cadavere si trovava in acqua ormai da parecchie settimane e questo potrebbe far pensare che si tratti proprio del bambino gettato nel fiume. Ma per ora lidentificazione non è stata possibile. I primi ad avvistare il bimbo sono stati due ragazzi che alle 15 rientravano dopo essere usciti in barca a pescare.
Alle 18 la salma è stata recuperata e trasferita allistituto di medicina legale, dove verrà sottoposta allesame del Dna. La notizia del possibile ritrovamento è stata data alla mamma di Claudio solo in serata. Che per ore ha continuato a ripetere «Rivoglio mio figlio».Dal Tevere spunta il corpo di un bebè Sarà il test del Dna a dire se è Claudio
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