Gli ex An pronti allo strappo: "Ora si cambi rotta"

Non piace la posizione filo montiana: oggi o domani il varo di Centrodestra nazionale

Gli ex An pronti allo strappo: "Ora si cambi rotta"

Roma - I protagonisti della trattativa non si sbilanciano. Si muovono sul terreno della prudenza. Si attestano sull'uso del condizionale. Ma le bocche cucite nascondono contatti e tessiture arrivate ormai alla stretta finale. «Centrodestra nazionale», il nuovo soggetto che nelle intenzioni dovrebbe unire buona parte degli ex An con il movimento di Giorgia Meloni e Guido Crosetto, inizia ormai a prendere forma. E salvo una forte e visibile inversione di marcia da parte di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano sull'appoggio a Mario Monti, potrebbe essere ufficializzato già questa sera o al massimo martedì mattina.
I vari referenti sul territorio sono già stati attivati in vista della campagna di raccolta firme che dovrà scattare al più presto. Sono anche già stati effettuati alcuni sondaggi per valutare la portata elettorale del nuovo partito che potrebbe oscillare tra il 4 e il 10% e contare quindi, nella peggiore delle ipotesi, su una base minima di 25 deputati e 16 senatori. Le ambizioni, però, sono molto più elevate. Il punto ora è limare le distanze che ancora dividono gli esponenti di punta della ex Destra Protagonista, ovvero Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Massimo Corsaro da Fabio Rampelli, referente di una vasta area identitaria fortemente radicata nel Lazio e non solo.
Questa mattina quest'ultimo tornerà a incontrarsi con l'ex ministro della Difesa. Un faccia a faccia decisivo in cui i due tenteranno di appianare le ultime divergenze. Giorgia Meloni insiste e dice di non volersi prestare a una «operazione nostalgia» e a una semplice riedizione di An. «Non ci interessa fare un partito post-missino» spiega Rampelli. «Il rapporto con La Russa c'è. Ma a noi interessa rilanciare quella fusione ambiziosa di anime diverse che non siamo riusciti a realizzare con il Pdl. E vogliamo farlo senza colonnelli e generali ma valorizzando l'impegno civico sul territorio». La Meloni guarda a Crosetto per quell'area di ispirazione quasi «renziana» che dovrebbe intercettare i delusi dal mancato rinnovamento. E si sente pronta a parlare anche a quel popolo berlusconiano ostile a nuove operazioni tecnocratiche calate dall'alto. Tant'è che sia la Meloni che Rampelli ci tengono a sottolineare che Berlusconi deve continuare a svolgere, «alla faccia delle pressioni del Ppe e dei benpensanti», un ruolo di allenatore, ispiratore e regista del centrodestra. Naturalmente resta aperto uno spiraglio anti-scissione. «Servono risposte entro 24 ore», minacciano.

Ma «se il Pdl abbandonasse le posizioni filo-montiane, indicasse Alfano come candidato e tornasse a scommettere sul bipolarismo, la scissione si potrebbe ancora evitare. Aspettiamo un segnale».


Gli Stati da cui si sono collegate le 150mila persone che hanno seguito in rete le «primarie delle idee»

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