"Tuteliamo tutti, anche senza clamore". Tajani allenta le tensioni sul caso Salis

Il vicepremier evita ulteriori polemiche sulla vicenda. "Quello che fa il governo è noto. Aiutiamo tutti gli italiani nel mondo". La Russa: "Candidare Salis può funzionare per voti, non so per processo"

"Tuteliamo tutti, anche senza clamore". Tajani allenta le tensioni sul caso Salis
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Sul caso Salis "abbiamo detto quello che doveva essere detto, abbiamo fatto quello che doveva essere fatto". Antonio Tajani ha scelto ancora una volta la linea della responsabilità. Delle parole misurate. Nelle ore in cui la vicenda della maestra antifascista detenuta in Ungheria è tornata a fare notizia, il nostro ministro degli Esteri ha evitato di prestare il fianco a polemiche e a discussioni controproducenti rispetto alla complessità del momento. Il governo - si è limitato a sottolineare il vicepremier - si preoccupa di "tutti i cittadini italiani" che si trovano nei guai all'estero, anche di coloro che "non fanno clamore".

A margine della ministeriale Esteri della Nato, Tajani ha così fatto riferimento al caso della connazionale a processo a Budapest senza però entrare nelle tensioni scatenate dalla sinistra, che continua ad accusare l'esecutivo di non fare abbastanza per la 39enne accusata di aver aggredito due persone. "Ho già detto tutto, non aggiungo altro. Quello che sta facendo il governo è chiaro e noto a tutti. Noi tuteliamo tutti i cittadini italiani nel mondo", ha precisato il capo della Farnesina, rispondendo a chi gli chiedeva un ulteriore commento sulla vicenda.

Per quanto centellinate e precise, le parole del vicepremier sono sembrate anche una replica allo stesso Roberto Salis, padre di Ilaria, che proprio nelle scorse ore a SkyTg24 aveva ribadito la convinzione che "il nostro governo qualcosa può fare". Tajani - aveva graffiato - "dovrebbe farsi un esame di coscienza e chiedersi cosa abbia fatto in quei dieci mesi". Ma il ministro ha ricordato che la Farnesina si è adoperata per riportare in patria anche una bambina dalla Thailandia, dove le è stata diagnosticata una grave malattia. "Questa - ha aggiunto - è la dimostrazione di quello che fa il governo, di quello che fa lo Stato italiano, preoccupandosi di ogni cittadino italiano, anche di quelli che non finiscono sui giornali, anche di quelli che non fanno clamore".

E infine, sul caso Salis, ha concluso: "Abbiamo detto quello che doveva essere detto, abbiamo fatto quello che doveva essere fatto. Non voglio continuare a fare polemiche. Ho detto il commento su quello che significa portare in catene una persona in aula. Non posso che ribadire quello che ho detto sempre fin dall'inizio di questa vicenda". Dalle istituzioni, la vicenda è stata commentata anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, interpellato nel pomeriggio dai giornalisti sulla notizia di una possibile candidatura della maestra italiana nelle liste Pd per le europee.

Quella di candidare Ilaria Salis "sarebbe la scelta del Partito democratico, se la vogliono candidare sarebbe una scelta assolutamente lecita, ma non so se è la scelta anche del papà", ha affermato il presidente del Senato. E ancora, La Russa ha ricordato il proprio incontro con Roberto Salis lo scorso 2 febbraio a Milano e ha aggiunto: "Quello che ho consigliato all'epoca era che ci fosse meno commistione politica possibile, ed era anche il motivo per cui lo avevo voluto ricevere, per sottrarlo alle opposte polemiche politiche". Perché - ha concluso - "in questo modo più facili sono i risultati".

Più caustica la posizione del presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Il padre della Salis - ha commentato il senatore azzurro - "invita il ministro Tajani a fare un esame di coscienza, sottovalutando l'impegno del vice presidente del Consiglio per sua figlia. Forse un esame di coscienza lo deve fare anche il signor Salis". Poi ha concluso: "La figlia merita ogni attenzione oggi che è detenuta all'estero.

Forse doveva avere più attenzione anche prima da parte della sua famiglia visto che si sarebbe recata all'estero per partecipare a manifestazioni tutt'altro che pacifiche. Qualche buon consiglio paterno le sarebbe stato utile".

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