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Europee, rissa sui capilista: l'idea della Schlein spacca il Pd

Il Partito democratico potrebbe presentare tutte figure femminili nelle cinque circoscrizioni d'Italia. E spunta l'ipotesi Annunziata

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Il risultato raggiunto da Giorgia Meloni, primo presidente del Consiglio donna nella storia d'Italia, ha fatto riscoprire alla sinistra quella voglia incontenibile di puntare sulle figure femminili. Come se il fronte rosso si sentisse in difetto e dovesse recuperare lo stato di svantaggio per non concedere lo scettro al centrodestra. Peccato però che all'interno dello stesso Partito democratico è bastata solo l'ipotesi rosa per far scattare il panico diffuso per l'appuntamento elettorale del prossimo anno.

L'idea rosa di Schlein

In queste ore sta prendendo peso lo scenario che vedrebbe il Pd, in occasione delle prossime elezioni europee, decidere di mettere in campo tutte donne nelle cinque circoscrizioni in cui è suddivisa l'Italia. A rivelarlo è l'edizione odierna di Repubblica, secondo cui i dem potrebbero scegliere di schierare le candidate principali dando priorità a profili esterni o comunque rimasti fuori dalle solite correnti.

L'ultima parola spetterà a Elly Schlein, determinata nel portare avanti la strategia rosa per le consultazioni europee che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024. Ovviamente è ancora presto per l'indicazione ufficiale agli ambienti di Strasburgo, ma si tratta di una possibilità che con il passare del tempo prendere via via corpo e che fa il paio con quel desiderio intenso di mettere in mostra la volontà di rinnovare il Partito democratico. Ma una mossa di facciata non cancella i deliri e le contraddizioni interne.

Panico e caos nel Pd

In tempo zero la semplice indiscrezione ha avuto un effetto caotico nel Pd. Già l'ipotesi ha creato il panico, specialmente tra coloro che erano convinti di poter vantare una posizione privilegiata per correre da protagonisti alle prossime elezioni europee. Coloro che aspirano alla testa della lista (tra sindaci e deputati di lungo corso) ora devono fare i conti con una modalità che di fatto potrebbe posizionarli in seconda linea.

Una nuova impostazione che non viene vista positivamente dagli uscenti e dai cosiddetti cacicchi, ovvero quegli esponenti dem che possono vantare forti capacità di influenza sui territori e sulle varie correnti del partito. Ma Schlein sa benissimo che un eventuale risultato negativo la metterebbe subito in discussione e che si vedrebbe rinfacciare la decisione che a quel punto verrebbe bollata come del tutto fallimentare. Tanto da far partire gli spintoni per le dimissioni alla guida del Pd.

Spunta la carta Annunziata

Gli occhi sono puntati verso quei territori in cui le figure maschili sono preponderanti. Sempre La Repubblica ha dato conto di alcuni nomi che circolano nel ventaglio delle opzioni. Ad esempio nel Centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio) si potrebbe puntare su Marta Bonafoni, attuale coordinatrice della segreteria. Pina Picierno, vicepresidente dell'Europarlamento, starebbe incrociando le dita per il collegio meridionale che però potrebbe essere riservato a un'altra candidata.

Il quotidiano parla anche di un "corteggiamento serrato" a Lucia Annunziata.

Al momento siamo solamente alle voci che arrivano dal Transatlantico, ma nelle intenzioni teoriche la conduttrice di Mezz'ora in più (programma in onda la domenica pomeriggio su Rai 3) potrebbe rappresentare l'asso ideale per provare a strappare un risultato positivo.

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