A venti anni di distanza spunta un indagato per la morte di Carlo Rombaldi, chirurgo 41 enne ucciso nella notte tra il 7 e l8 maggio 1992 in via Fabio Filzi a Reggio Emilia. Si tratta di un vigile urbano in pensione, vicino di casa della vittima, che secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, sarebbe già stato sentito dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, che coordina le indagini della squadra mobile. Luomo però ha negato ogni accusa: «Io non sono coinvolto in nessun delitto. E sono tranquillo».
Rombaldi, padre di due figli che allora avevano 11 e 4 anni, era stato ucciso davanti al garage del palazzo dove abitava, al rientro da una cena con alcuni colleghi dellospedale Santa Maria Nuova. Contro di lui, girato di spalle, erano stati esplosi tre colpi di pistola calibro P38 special, ma solo uno lo colpì, trapassando i polmoni e provocandone la morte poco dopo in ospedale: gli altri due colpi si conficcarono nel portone del garage. Proprio il tipo di arma usata avrebbe messo gli inquirenti sulle tracce dellindagato: lex vigile urbano possedeva una P38 special, sulla cui disponibilità, a distanza di anni, agli investigatori avrebbe dato diverse versioni.
Ma se quella sia larma del delitto è ancora da chiarire e, probabilmente, scrive il quotidiano, non sarà facile farlo, visto che nel frattempo sono andati persi, non si sa come, i bossoli raccolti dagli investigatori sul luogo del delitto. Potrebbero però esserci testimonianze in grado, dopo venti anni, di fare luce sul giallo.
Secondo la ricostruzione investigativa ancora da confermare, aggiunge il quotidiano, tra la vittima e il vicino di casa quella sera ci sarebbe stata una discussione proprio sotto il palazzo di via Filzi.
Ma il movente resta da individuare.
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