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Mps, undici gli indagati in Procura Quei conti segreti tra Mps e Ior

Da domani gli interrogatori, non c'è nessun politico. Depositi intestati ai dirigenti della banca senese. I pm si concentrano sui legami tra Mussari e Gotti Tedeschi

Mps, undici gli indagati in Procura Quei conti segreti tra Mps e Ior

Da giorni, prima e dopo l'arrivo in procura di Ettore Gotti Tedeschi, mercoledì scorso, a Siena si rincorrono voci e indiscrezioni su un dettaglio che sarebbe finito sotto l'occhio degli inquirenti. Due conti correnti, intestati a manager Mps, aperti allo Ior. Un particolare che, in sé, non è illegittimo. Ma apre un possibile nuovo scenario nel caso Monte Paschi, con un'ipotetica strada che dalla rossa Siena arriva alle mura del Vaticano. In fondo, sempre di banche si tratta. E infatti i legami non mancano. L'ex presidente Ior Gotti Tedeschi, come è noto, è stato convocato a Siena in quanto responsabile per l'Italia di Banco Santander (guidato da Emilio Botin, uomo forte dell'Opus dei), anche se lui – e altri, tra cui Daffina – ha sostenuto di non essersi mai occupato della cessione di Antonveneta dalla banca iberica a quella senese. Ma i rapporti tra i due erano certamente buoni: nell'agenda di Mussari del 2007 è segnato un appuntamento con Gotti (e diversi con Botin), e i pm ritengono che i rendez vous non annotati tra i due siano stati anche di più. Anche nel 2010, quando la procura di Roma «annusa» Gotti Tedeschi per l'omissione della normativa antiriciclaggio su un conto dello Ior, tra i primi a esprimere «solidarietà» al banchiere del papa c'è proprio Mussari. Due anni più tardi Gotti Tedeschi lascia la tolda della banca vaticana? Ecco che tra i candidati in pectore per quella poltrona spunta proprio Mussari. Anche Repubblica a fine maggio 2012 indicava l'allora presidente dell'Abi come papabile successore, anche se poi l'ex presidente di Mps venne invece confermato ai vertici dell'associazione bancaria. Di certo, il tema dell'esistenza di conti riservati accesi presso lo Ior a favore di dirigenti o manager di Mps potrebbe essere stato uno dei temi dibattuti mercoledì al terzo piano della procura, nel lungo faccia a faccia tra i pm e Gotti, convocato come persona informata sui fatti.

Intanto, finita la tregua, domani ricomincerà la sfilata in procura dei testimoni e degli undici indagati tra i quali «nessun politico», come lasciano trapelare ambienti giudiziari. Ma i pm di Siena devono anche segnare sul calendario una data per incontrarsi con i colleghi delle altre procure che sono al lavoro sul caso Mps, Roma e Trani. Su quest'ultima, che indaga anche su eventuali mancanze nei controlli da parte di Consob e Bankitalia, si è abbattuto ieri il giudizio sarcastico del procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati. Parlando al congresso di magistratura Democratica, la toga pur senza nominare la procura pugliese ha osservato come talvolta «sembra che la regola della competenza territoriale sia un optional», per poi ironizzare sulla «gara tra diversi uffici giudiziari» che vede «la new entry (ossia Trani, ndr) acquisire una posizione di primato irraggiungibile». In attesa di una riunione di coordinamento tra procure, e fatte salve le convinzioni del procuratore milanese, è Siena che guida le indagini, continuando a investigare sui derivati, sulle presunte «stecche» incassate dai vecchi dirigenti come corollario di operazioni finanziarie non impeccabili, sulle anomalie nella cessione dei titoli Bnl acquistati nel 2005 e sulla misteriosa e presunta tangente miliardaria che si celerebbe nell'enorme plusvalore riconosciuto da Mps al Banco Santander al momento dell'acquisto di Antonveneta, rispetto al prezzo a cui gli spagnoli si erano impegnati a comprare (ma non avevano ancora pagato nulla).

Soldi che gli inquirenti cercano in Italia, ma non escludono che possano trovarsi all'estero, o persino in Vaticano.

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