"Uniti per modificare quel grimaldello che aiuta i clandestini. Ormai superati i rilievi della Lega"

l ministro per i Rapporti con il Parlamento: "Andremo compatti in Commissione e poi in Aula. Nessuna divisione all’interno della maggioranza"

"Uniti per modificare quel grimaldello che aiuta i clandestini. Ormai superati i rilievi della Lega"

Nessuna spaccatura. Il centrodestra è coeso anche su un tema delicato come le politiche migratorie e Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, non ha dubbi sullo stato di salute della maggioranza. Per dimostrarlo, Ciriani parte proprio da quello che sembrava un nodo: lo stop alla protezione speciale, varata dalla Lamorgese e considerata l'escamotage «anti-rimpatrio» per eccellenza dei migranti irregolari. Il modo di metterci mano sembrava un punto divisivo, con la Lega a spingere per cancellare subito e Fdi e Fi più prudenti. Ma poi ieri, spiega Ciriani, «è stato depositato un sub-emendamento della maggioranza in commissione Affari costituzionali che ne restringe fortemente le maglie». Chiudendo il cerchio, insiste il ministro, su «uno degli aspetti su cui abbiamo più lungamente discusso tra governo e maggioranza. Questa protezione speciale è di fatto un grimaldello che permette a moltissime persone di rimanere in Italia pur non avendone diritto. Questa fattispecie si aggiunge alle norme che già il governo ha adottato, e il sub-emendamento di maggioranza prova che su questo tema non c'è nessuna divisione: andremo uniti in commissione lunedì e poi in Aula la prossima settimana».

Insomma, non ci sono attriti: la Lega ritirerà anche i suoi 21 emendamenti?

«Il sub-emendamento chiude ogni possibile strumentalizzazione. I 21 della Lega sono in gran parte superati da questo della maggioranza. Sul piano tecnico lo verificheremo lunedì, ma già ora il dato politico è che c'è la volontà di andare avanti insieme sulla strada del contrasto forte all'immigrazione illegale».

Oltre ad aumentare i Cpr, con la prevista istituzione di almeno un centro di permanenza per i rimpatri in ogni regione, si farà qualcosa anche per renderli più efficienti?

«Il governo vuol rafforzare complessivamente le politiche di frontiera, i processi di identificazione ed espulsione. Ma la farraginosa normativa nazionale ed è su questo che intervengono gli emendamenti del governo rende quasi impossibile espellere o rimpatriare. Le norme del governo tendono a semplificare, velocizzare e rendere più facili i processi di identificazione, espulsione e allontanamento dall'Italia. Deve restare in Italia solo chi ha diritto a rimanere».

Tajani annuncia un accordo con la Tunisia per l'ingresso di 4mila lavoratori: l'immigrazione regolare è la risposta all'emergenza?

«Certo. È già nel decreto Cutro, se ne parla poco perché le opposizioni sono impegnate a criminalizzare in maniera grottesca l'azione del governo, ma per noi l'immigrazione regolare è l'unica che può funzionare. Finora l'ingresso in Italia lo hanno determinato gli scafisti producendo, oltre alle tragedie, emarginazione e sfruttamento. L'accordo con la Tunisia è un segnale di attenzione verso un Paese che rischia di scoppiare: ci facciamo carico di un'immigrazione regolare, che poi è quella che chiedono le nostre aziende, che spesso hanno bisogno di forza lavoro specializzata».

Le nomine dei vertici delle partecipate, spesso conservative e non di area, sono davvero il risultato «del lavoro della squadra di governo», come ha detto Meloni?

«Sono scelte di altissimo livello e di altissimo profilo. Abbiamo sempre sceltola preparazione, anche quando, a inizio legislatura, per la scelta del governo di adottare lo spoil system, ci furono proteste. Ora Meloni fa scelte in base alla competenza, e a me pare che il mix tra conferme e volti nuovi sia incontestabile dal punto di vista della qualità, della professionalità e anche dello standing internazionale. In sintesi, un ottimo lavoro».

Il ricovero di Berlusconi e la sua assenza forzata di questi giorni hanno avuto qualche riflesso sulle forze che sostengono il governo?

«No.

Siamo naturalmente preoccupati e gli auguriamo di tornare presto a casa e alla guida di Forza Italia. Ma siamo convinti e consapevoli che gli elettori ci vogliono al governo per cinque anni. Di governi ballerini, di crisi e di lotte interne gli italiani, di centrodestra in particolare, non vogliono sentirne parlare».

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