Va in onda il pollaio chic delle comari d'inchiesta

Va in onda il pollaio chic delle comari d'inchiesta

Premessa personale: alcuni anni fa Marco Travaglio - che anche io considero un polemista fantastico anche quando è inaccurato e fazioso - recitò nel programma di Santoro un monologo su di me come ex presidente della Commissione Mitrokhin, pieno di falsità ridicole e male orecchiate. Chiesi a Santoro e a Travaglio di riconoscere il mio diritto di replica, ma non fu verso. Con loro puoi soltanto incartare e portare a casa perché è inutile querelare: quasi sempre i magistrati danno torto al bastonato riconoscendo al bastonatore il cosiddetto diritto di cronaca con menzogna incorporata. Quando è scoppiata la polemica fra Travaglio e Grasso in una travolgente e divertente puntata di Servizio Pubblico ho pensato a questa straordinaria casta formata dalla nomenklatura che vive nelle due reti intelligenti (lo dico senza ironia) Raitre e La7.
Questa casta è fatta di gente molto brava (penso anche a Fabio Fazio) che pratica con maestria un autoritarismo autoreferenziale che non ammette repliche e non fa prigionieri. Se Lucia Annunziata pensa di poter usare una parola impresentabile nel servizio pubblico come l'aggettivo «impresentabile» applicato a una delle formazioni politiche più importanti del Paese, non è che ciò le capiti perché - come ha voluto far credere - le sia scappato il piede dalla frizione. Io credo che Lucia, in perfetta e imperiale buona fede, creda di appartenere all'aristocrazia affrancato da qualsiasi regola borghese, anzi borghesuccia.
Della casta fa certamente parte Marco Travaglio, specialista in monologhi senza contraddittorio (proprio la Repubblica ieri pubblicava una riflessione articolo sul fatto che oggi non esistano che monologhi) il quale ieri ha attaccato Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita (e che non fa ancora parte della casta) accusandolo di aver osato convocarlo nella sua trasmissione per il duello con Grasso, con un sms. Chi crede di essere questo pezzente? Si chiede il divino polemista che non accetta volentieri duelli. E Formigli replica: ti ho telefonato due volte e mi hai sbattuto il telefono in faccia. Poi mi mandi un sms in cui mi ordini di rivolgermi a te soltanto per sms. Deve essere vero perché lo stile è quello ed è lo stile della casa e della casta. Immaginiamo che Urbano Cairo cominci a mettersi le mani nei capelli.
E poi c'è naturalmente Raitre con, l'abbiamo appena detto, Fabio Fazio di cui anche io sono un cultore: penso anche che sia giusto che guadagni quel che guadagna grazie al suo successo perché i talenti che producono ricchezza meritano ricchezza, tanto per essere un po' calvinisti e meno papisti francescani. Ciò detto, è indubbio che i criteri che regolano la filosofia e gli accessi a Che tempo che fa siano personalistici, principeschi, autocratici.
Di questa casta fanno parte anche Saviano, bravo non c'è che dire ma ormai disumanizzato e cooptato nel paradiso dei commentatori indiscutibili, con tracce di divinità nel Dna, sicché ogni sua apparizione si conviene debba costituire una epifania della stirpe superiore, di fronte alla quale ogni villico rispettoso dell'autorità dal collo rugoso e l'alito pesante, deve togliersi il cappello e abbassare lo sguardo. Non sorprende che Bersani abbia pensato di metterlo in squadra. Peccato che nessuno chieda a Saviano, che è un amico e sostenitore di Israele, che cosa pensi delle demenzialità antisemite di Beppe Grillo ispirato anche in questo dal suocero iraniano, proprio ora che Bersani darebbe a Grillo qualsiasi cosa.
Non parliamo poi del povero Benigni che per tanti anni è stato un onesto e anche travolgente comico vernacolare, ma che poi è stato mitridatizzato e ibernato in un personaggio divino che non gli appartiene, sicché nessuno osa neppure lontanamente neppure sussurrare che molte sue letture dantesche sono banali e stentoree, che La vita è bella è stata un penoso falso storico e che la sua partecipazione al - peraltro mediocre - film di Woody Allen, è stata imbarazzante.
Chi forse è meno divinizzato è Santoro, che ha raggiunto una maturità distaccata concentrata sull'essenziale. Ma è sul suo terreno che il monologo armato di Travaglio ha generato la reazione risentita con richiesta di replica del nuovo presidente del Senato. E anche a questo proposito il modo capriccioso con cui Marco Travaglio ironizza sulla fretta di Grasso a vedersi resa la giustizia che chiede, abbia un fondamento: Grasso vuole chiudere subito perché da un momento all'altro potrebbe ricevere da Napolitano un incarico di governo e dunque ha chiesto e ottenuto uno spazio da Formigli dove, par di capire, Travaglio non intende presentarsi.
Ciò che accomuna questi personaggi è sempre l'atteggiamento sprezzante, con la parrucca incipriata.

Lucia Annunziata, convinta in buona fede che a lei dovesse essere tutto concesso, Marco Travaglio che monologa contro chi vuole ma considera volgare venire alle mani con i villici e tutti insieme, malgrado qualche tafferuglio in famiglia, capaci di esercitare una pressione comunicativa assolutamente geniale, che la destra non ha mai saputo capire e analizzare, lasciamo perdere far propria.

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