Venezia, Caorle, Torino, Milano, Bari, Chianciano. Oltre 2mila chilometri in tre giorni se li avesse fatti in macchina. In pratica il giro d'Italia quello fatto da Enrico Letta tra giovedì e sabato. Impegni istituzionali, si dirà. Ma si può considerare dovere del premier il partecipare anche alle tradizionali feste di fine estate organizzate dai partiti?
Già perché a guardare i programmi degli incontri politici di questi giorni, il presidente del Consiglio si è trasformato in un globetrotter, fa il "prezzemolino", il jolly. La sua agenda parla chiaro: si parte da Venezia, dove giovedì alle 17 Letta ha partecipato a "Sponde. Foro di dialogo e cooperazione Italia-Croazia-Slovenia", un vertice trilaterale in cui ha incontrato i premier croato e sloveno. L'indomani alle 9,30 era a Torino per la Settimana sociale dei cattolici italiani. In serata è andato a Caorle (Venezia) per la festa di Scelta civica, ma - già che c'era - si è fermato prima a Milano nei cantieri dell’Expo per "toccare con mano" la situazione. Stamattina, poi, ha fatto la sua comparsa a Bari, accanto a Nichi Vendola, per l'inaugurazione della Fiera del Levante, prima di andare a Chianciano Terme (Siena) per la festa dell'Udc. Tra l'altro Letta è fresco di trasferta in Russia, dove ha partecipato al G20 e da dove è tornato per andare al Forum Ambrosetti di Cernobbio lo scorso weekend e poi a Bruxelles per il convegno annuale del centro di studi economici Bruegel.
Un "presenzialismo" che fa pensare a un inizio di campagna elettorale, nonostante il premier si affretti a ripetersi che non ha nessuna intenzione di candidarsi alle primarie del Pd in contrapposizione a Matteo Renzi (diventato ormai la sua nemesi), né di "tramare" per un governo Letta bis. Di una cosa siamo certi: in tutto questo parlare, il democristiano Letta non si sporca mai le mani.
Nei suoi discorsi predica di occupazione, di Europa, di crescita e di ripresa, ma non affronta mai l'argomento principe di questi giorni: la decadenza di Silvio Berlusconi che mette a rischio la maggioranza e la sua poltrona. Anzi, minaccia: "Se il governo cade, i decreti sull Imu non verranno convertiti e la legge di stabilità la scrivono a Bruxelles".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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