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"Comanda lo Stato". Così il governo Conte bloccò Fontana sul Covid

Il presidente della regione Lombardia denuncia il solito iter giustizialista: "Vergonoso scoprire dai giornali di essere indagato"

"Comanda lo Stato". Così il governo Conte bloccò Fontana sul Covid

Esattamente tre anni dopo l’inizio della pandemia, ieri sera è arrivata la notizia della chiusura della fasi delle indagini dell’inchiesta per epidemia colposa. A finire nel mirino dei procuratori come indagati ci sono, tra gli altri, l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Quest’ultimo, raggiunto dai microfoni di Radio Anch’io, denuncia il solito metodo giustizialista e perverso che aleggia nel nostro Paese: “È vergognoso che una persona scopra dai giornali di essere indagato”. Il solito e annoso iter che abbatte il garantismo e lede l’onore delle persone coinvolte nelle indagini.

La denuncia di Fontana

Il procuratore aggiunto di Bergamo, Cristina Rota, con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, hanno concluso un’indagine sul periodo che scosse il nostro Paese tre anni fa. Il ritardo nell'istituzione della zona rossa è sicuramente il nodo centrale dell’inchiesta ma, allo stesso tempo, non sono da sottovalutare il mancato aggiornamento e la mancata applicazione del piano pandemico. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo, epidemia colposa e rifiuto di atti d’ufficio. Ma ciò non cancella il grave errore procedurale denunciato dal presidente Attilio Fontana: il presidente della regione e il suo assessore alla Salute dell’epoca, Giulio Gallera, ieri sera non avevano ancora ricevuto alcun atto riguardante la chiusura dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Bergamo.

A denunciarlo è lo stesso Fontana, intervenendo in mattinata al programma radiofonico Radio Anch’io: “Non ho visto le carte – esordisce il governatore appena rieletto – è vergognoso che una persona che è stata sentita all’inizio dell’indagine come persona a conoscenza dei fatti, perché io ero stato sentito come testimone, scopra dai giornali di essere trasformato in indagato. Un iter procedurale che, inutile girarci intorno, non ha nulla a che fare con lo stato di diritto. È una vergona – aggiunge Fontana –sulla quale mi chiedo se qualche magistrato ritenga di fare qualche indagine o meno. È una vergogna che dovrebbe essere valutata in questo Paese”. “Quanto accaduto – chiosa il governatore – è la dimostrazione della curiosità e della stranezza della giustizia italiana”.

Il ruolo dell'ex ministro Lamorgese

In merito all’inchiesta condotta dalla procura di Bergamo, il presidente Attilio Fontana, ha voluto far luce su alcuni punti focali. “Io ricordo solo due considerazioni: la prima che quando si tratta di una emergenza pandemica, la competenza è esclusiva dello Stato”. “La seconda – sottolinea Fontana – è che la stessa ministra Lamorgese aveva emesso un provvedimento dicendo ‘Guai a voi se volete sovrapporvi con iniziative sulle chiusure, sulle zone rosse”.

Tra i nominati dal presidente lombardo c’è anche l’ex ministro dem per gli Affari regionali, Francesco Boccia: “In quei giorni il ministro Boccia mi disse una frase famosa: ‘In questi casi è lo Stato che comanda”.

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