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"Sarà colpito a morte davanti alla famiglia". Gli anarchici e il ritorno agli anni bui

Una lettera con proiettile firmata dalla Fai è stata recapitata ad alcune aziende e a un giornale. Dentro la "condanna a morte" per un manager

"Sarà colpito a morte davanti alla famiglia". Gli anarchici e il ritorno agli anni bui

Ancora minacce, ancora con la tecnica dei volantini fatti recapitare ai media. Ma non solo, perché questa volta il manifesto con proiettile è stato inviato anche ad alcune aziende e il messaggio è chiaro: vi colpiremo. Un metodo vintage, che pesca direttamente dagli anni Settanta, dagli Anni di Piombo. A firmare l'ennesima minaccia è la Fai, la Federazione anarchica informale, la stessa alla quale appartiene Alfredo Cospito, che fa della violenza uno dei suoi tratti distintivi. L'obiettivo stavolta è un manager e per lui la minaccia è esplicita: "Verrà colpito a morte davanti alla famiglia". Una delle lettere di minacce firmate Fai sarebbe arrivata all'Iveco Defence Vehicles, con sede principale a Bolzano, che produce anche veicoli per la difesa, dove lavorerebbe il manager.

Purtroppo l'Italia sembra essere caduta in un nuovo periodo buio. La rinnovata "strategia della tensione" anarchica inizia a muovere i primi passi in direzione delle istituzioni e della classe dirigente. La guerriglia vista a Milano poco meno di una settimana fa, e quella di Roma nel weekend precedente, potrebbero essere solamente un assaggio di quello che ci aspetta in futuro. C'è la volontà di ricattare lo Stato con l'obiettivo di ottenere la liberazione dell'anarchico, da quasi 4 mesi in sciopero volontario della fame contro il 41-bis. Uno sciopero scientemente preparato che sta fungendo da attrazione di attenzione e da collante tra i gruppi dell'estrema sinistra extraparlamentare, che come dimostrano le manifestazioni stanno cercando di tornare alla ribalta, e gli anarchici. Il catalizzatore sono i centri sociali, dove queste frange si incontrano.

"La Fai, federazione anarchica informale, non dimentica Alfredo e gli altri compagni e per risposta all'attacco alla libertà del movimento anarchico colpirà gli uomini per far morire le strutture", si legge nel volantino. Il manager viene descritto come "verme della società che orienta e determina le guerre per fare ricchezza ingiusta con qualsiasi mezzo, traditore di ogni ideale per arricchire il sistema. Indossa mille maschere ma vende morte e non lo racconta nemmeno ai figli".

Vogliono incutere paura, l'obiettivo è che nessuno si senta più al sicuro: "Può essere colpito in qualsiasi momento. Conosciamo le sue abitudini, gli interessi (...). Non avrà mai pace, ovunque andrà troverà un compagno anarchico pronto a vendicare il carcere di Alfredo e dei compagni". Una condanna a morte che sembra essere già firmata, ma sulla quale è necessario adoperare tutte le cautele del caso. Poi l'appello della Fai alla mobilitazione generale: "Invitiamo tutti i gruppi e i singoli Fai a colpire con ogni mezzo necessario". Gli investigatori dovranno verificare se si tratta del gesto di un mitomane o se dietro si celano davvero i gruppi anarchici.

Al di là di ogni ipotesi o suggestione, il livello di attenzione del Paese è altissimo.

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