Vetture "radiate": l'Aci a tutela degli automobilisti

Quale presidente dell'ACI, in merito all'editoriale di ieri ritengo opportuno offrire un chiarimento ai lettori su uno dei punti sollevati, che ci chiamerebbe in causa

Vetture "radiate": l'Aci a tutela degli automobilisti
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Quale presidente dell'ACI, in merito all'editoriale di ieri dal titolo «Anche gli automobilisti saliranno sui trattori», ritengo opportuno offrire un chiarimento ai lettori su uno dei punti sollevati, che ci chiamerebbe in causa.

ACI, com'è noto, dalla sua fondazione presidia e opera per garantire la mobilità individuale degli italiani e conseguentemente rappresenta e tutela i bisogni degli automobilisti. Possiamo solo ringraziare quando, come ha fatto ieri il vostro giornale, si evidenziano e sottolineano politiche ed azioni che sembrano considerare gli automobilisti un bersaglio e non cittadini.

Proprio per questo suo ruolo, ACI è la prima a ricordare come gli automobilisti abbiano sacrosanti diritti pur senza mai dimenticare che hanno anche importanti doveri. Siamo al fianco degli automobilisti quando sono oggetto di norme che valutiamo vessatorie, spesso dovute ad accanimento ideologico, come nel caso dell'uso indiscriminato e sproporzionato del limite di velocità a 30 km/h.

Tutto ciò doverosamente premesso, veniamo al punto. L'art. 96 del codice della strada del 1993 disciplina la radiazione d'ufficio prevedendo che, qualora sia accertato il mancato pagamento della tassa auto per tre anni consecutivi, il veicolo venga radiato. L'articolo è finalizzato a ripulire gli archivi tributari di quei veicoli che non circolano più e sono stati semplicemente abbandonati, certo non ad applicare la sanzione accessoria della multa.

La norma prevede la notifica del provvedimento al proprietario e la possibilità di ricorrere presso il ministero dell'Economia. Con il trasferimento alle Regioni della tassa automobilistica (avvenuto nel 1997), dal 1999 anche l'accertamento del suo pagamento è di competenza esclusiva delle Regioni. La norma è stata infine riformato dal DL 98/2017 (quello che ha introdotto il documento unico) e prevede che la radiazione d'ufficio sia richiesta dalle singole Regioni al ministero dei Trasporti.

Pertanto, poiché la competenza è delle singole Regioni, assistiamo a diverse attuazioni: alcune hanno avviato campagne di radiazione d'ufficio (Lazio, Lombardia, Puglia) altre no. Le Regioni, infine, stabiliscono autonomamente le regole di applicazione delle norma. Alcune Regioni con noi convenzionate, hanno chiesto ad ACI il mero supporto operativo, per garantire assistenza agli automobilisti che intendessero contestare il provvedimento. Questo ruolo di assistenza affidato agli Uffici provinciali dell'ACI ha probabilmente potuto ingenerare confusione sul nostro ruolo. Come dicevo difatti, il provvedimento di radiazione d'ufficio è impugnabile innanzi alla Regione - per dimostrare che il veicolo è ancora in uso - la quale, in autotutela e accertata l'esistenza e l'utilizzo del mezzo, di solito annulla la radiazione. Ovviamente l'annullamento non esime dal sanare la posizione fiscale, pagando le annualità dovute.

Anche in questo spiacevole frangente, dunque, ACI è al fianco dell'automobilista per tutelarne il diritto a utilizzare il suo veicolo, naturalmente a condizione che rispetti quanto previsto dalla legge.

*Presidente dell'Aci

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