Vicino l’accordo con Veronica: sì alla separazione consensuale La villa di Macherio torna a lei

Trovata l'intesa dopo tre anni di carte bollate. La Lario aveva chiesto 43 milioni e 3 milioni e mezzo al mese. Silvio ne aveva offerti 7

Vicino l’accordo con Veronica: sì alla separazione consensuale La villa di Macherio torna a lei

Tutto era cominciato da lì. Dalle accuse di Veronica che aveva raccontato agli italiani la favola amara delle vergini offerte al drago. Tre anni fa scoppiava la tempesta perfetta e Silvio Berlusconi, che nella terremotata Onna aveva raggiunto il punto più alto del consenso, iniziava la discesa verso i bassifondi del bunga bunga. Lei, la moglie offesa e ferita, gli aveva dichiarato guerra e il cielo si era fatto oscuro. Ora, come svela il Corriere della Sera, la situazione è cambiata. Il temporale non è finito, la coppia è solo un ricordo sbiadito, ma almeno le ostilità sarebbero cessate.
Il procedimento per regolare i conti fra i due ex coniugi sarebbe entrato in una dimensione più dialogante. Due domeniche fa Silvio e Veronica si sono incontrati a pranzo, alla presenza dei figli. Segno che il peggio è forse passato. I dossier. Gli attacchi reciproci. La camera da letto trasformata in set della politica italiana. Perfino i sogni di una certa sinistra che meditava di assoldare la signora Lario, come testimonial dell’antiberlusconismo più viscerale. Ora la più giudiziale delle separazioni potrebbe diventare consensuale: la distanza fra le parti si sta accorciando a vista d’occhio.
Nella primavera del 2009, mentre esplodeva il Noemigate, la trattativa si era presto arenata fra rancori e lettere colme di veleno. Veronica Lario aveva chiesto un trattamento sontuoso e un assegno principesco: tre milioni e mezzo al mese. Più di quaranta l’anno. E l’usufrutto della residenza di Macherio che dal ’90 era stato il suo nido. Ma i contendenti litigavano su tutto, gli scandali esplodevano uno dopo l’altro, i personaggi più surreali uscivano dalla penombra e andavano a ingombrare la cronaca. Impossibile in quel caos costruire un accordo. Lui aveva fissato un tetto invalicabile alle spese per la gestione di villa Belvedere: 1 milione e ottocentomila euro al mese. Lei voleva di più. Molto di più. E Berlusconi le aveva mandato a dire che la sua richiesta era irricevibile. Risultato: a settembre 2010 la signora aveva lasciato il suo rifugio e si era trasferita prima in una dependance del lussuoso hotel de la Ville a Monza e poi in una appartamento a Milano. Ora salta fuori che l’incontro del disgelo è avvenuto proprio a Macherio e s’intuisce che il Cavaliere potrebbe riconsegnare alla madre dei suoi figli la reggia brianzola.
Certo il passato con le sue asperità non può essere ricomposto, ma almeno si può provare a guardare avanti, senza tormenti e punture di spillo. Da una parte e dall’altra. La strada della riconciliazione passa dunque per il ritorno di Veronica a Macherio: Berlusconi avrebbe infine accettato di pagare per la manutenzione del complesso una cifra molto più alta del milione e ottocentomila euro a cui aveva fissato l’asticella.
Nello staff del Cavaliere è entrato un avvocato di alto profilo tecnico: la dottoressa Cristina Rossello, presente nel Consiglio di amministrazione della Mondadori. La strategia insomma è cambiata: lontano dai bagliori della politica e dai clamori delle prime pagine si può trovare l’accordo che era saltato a suo tempo. In piena bagarre le parti si erano trovate a una distanza siderale: il salotto di casa era stato riempito dalle telecamere pronte a rilanciare ogni battito di ciglia della disfida. E Berlusconi aveva proposto un assegno mensile non superiore ai trecentomila euro al mese. Un appannaggio infinitamente più modesto di quello cui aspirava l’ormai ex first lady. Tutto era così difficile. E i panni si lavavano in tv.
Ora, con Silvio fuori da Palazzo Chigi, il tema può essere affrontato senza provocare disastri. E senza segnare, come il pennino del sismografo, l’agenda del Palazzo.

La causa, insomma, può proseguire sui binari della normalità, per quanto si possa definire in questo modo la contesa dentro la famiglia Berlusconi. Silvio si appresta a chiudere il conflitto più doloroso della sua vita, Veronica è sempre più nonna. Il tempo delle favole è finito, ma anche il finale più cupo è stato scongiurato.

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