«La giornata mondiale contro la violenza sulle donne vuole svegliarci dall'indifferenza. Vuole pungolarci dalla assuefazione che corrode il senso critico, giacchè non reagendo finiamo per essere complici del rinsecchimento delle radici del nostro vivere civile. Vuole mettere fine a quel lasciarci scivolare addosso dati che turbano nell'immediato, senza però penetrare davvero nelle nostre coscienze». È quanto si legge sull'Osservatore Romano di ieri a propositi della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi.
«I dati sono allarmanti. Solo in Italia - si legge ancora sull'Osservatore - una donna viene uccisa ogni sessanta ore. È un fenomeno nuovo, o forse oggi siamo più informati, più capaci di leggere la realtà per quello che veramente è? Se così fosse, sarebbe comunque già una conquista. Una società civile in grado di dare un nome ai carnefici».
«Abbiamo però un dubbio - prosegue il quotidiano vaticano - Che questa spirale tentacolare, questa spirale tentacolare nel suo spingere troppi uomini a usare la propria superiorità fisica contro le donne di casa loro, donne che spesso frequentano e amano sia mossa dalla incapacità di accettare nella quotidianità concreta l'emancipazione femminile». «Che la donna - si afferma ancora nell'articolo - conquistati i diritti, sia diventata cittadina a pieno titolo è un giro di boa troppo grande da accettare nei rapporti domestici di ogni giorno. La crudeltà, si sa, è in grado di alleviare momentaneamente la frustrazione, di attutire il senso di impotenza, ed è anche su questa consapevolezza che occorre lavorare per cercare di estirparne gli esiti».
Morale: «Percuotere e uccidere chi è fisicamente più debole è una disumana dimostrazione di codardia e di viltà». Perchè «se sempre e in ogni sua forma la violenza volta le spalle alla speranza, la violenza degli uni sulle altre è il cemento che immobilizza il domani».