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Il "vizio" anti-italiano del Pd che non porta voti

I sondaggisti bachettano il Pd che gioca sull’accettabilità della destra all’estero: "Non porta voti"

Il "vizio" anti-italiano del Pd che non porta voti

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Il governo non è in grado di dare risposte e sceglie un nemico al giorno, quel giorno ha scelto il nemico Paolo Gentiloni". Elly Schlein, come da previsione, ha preso le difese del commissario europeo all’Economia contro il “volgare attacco” del centrodestra nei suoi confronti.

Ma è davvero assurdo ritenere anti-italiano l’atteggiamento di Gentiloni nei confronti del nostro Paese? In verità, il suo è un “vizio” comune a quello di tanti altri esponenti del Pd. Anche se ormai sembra passato un secolo, meno di un anno fa, in piena campagna elettorale, dopo che Giorgia Meloni fece un video in tre lingue per rassicurare i partner europei, Enrico Letta ne fece un secondo per mettere in guardia Bruxelles del “pericolo fascista” che incombeva sull’Italia in caso di vittoria del centrodestra.

Un atteggiamento di discreto dell’avversario all’estero che, però, come dimostra il risultato delle elezioni Politiche e dei successivi appuntamenti elettorali, si è rivelato infruttuoso. “L’accusa al centrodestra di voler ristabilire il fascismo è stato un autogol perché non ci ha creduto nessuno. Anche adesso l'antifascismo non paga e, infatti, il Pd l’ha parzialmente accantonato”, dice a ilGiornale.it Renato Mannheimer convinto che la linea corbyniana portata avanti dalla Schlein non giovi al Pd che “resta inchiodato al 20%”, nonostante la battaglia sul salario minimo goda di un sostegno ampio e trasversale nell’opinione pubblica.

Gli fa eco Carlo Buttaroni dell’Istituto Tecné: “Il Pd ha sempre giocato sull’accettabilità della destra all’estero, una cosa assolutamente senza senso che delegittima l’Italia e soprattutto gli italiani, come se non sapessero votare”. Insomma, gli esperti sono concordi: remare contro l’Italia quando governa il centrodestra non porta consensi, ma “al massimo serve a motivare i propri elettori facendoli sentire dalla parte giusta”, osserva Buttaroni. “Non ripaga per nulla anche perché gli italiani non sono attratti dalla politica estera”, sentenzia Antonio Noto.

Gli esponenti del centrosinistra, ovviamente non tutti, hanno una propensione ad appassionarsi alle esperienze che vengono dall’estero, ossia a veder tutto ciò che viene dall’estero come un modello”, spiega Livio Gigliuto dell’Istituto Piepoli che critica anche la tendenza dei democratici di dire: “Guardate come ci vedono all’estero e questo ci deve far riflettere”. Un atteggiamento che “non porta consenso perché non c’è una fascia di elettorato che gradisce essere bacchettata”.

Qualunque strategia politica che nasca con l’idea di evidenziare i limiti degli italiani non è una linea politico-comunicativa attraente o vincente. Anche secondo Gigliuto l’unico risultato che il Pd può ottenere è quello di richiamare il proprio ’elettorato. “Questa è proprio la strategia di Schlein: non le interessa parlare all’intero Paese, ma al 20% che negli ultimi 20 anni vota il principale partito della sinistra.

Ma, col 20%, non si vince”, chiosa il sondaggista.

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