Interni

Tutti gli attacchi dell'odio rosso: ecco la sinistra del pensiero unico

La sinistra non è affatto nuova a contestazioni come quella che è capitata al ministro della famiglia Eugenia Roccella. Ecco tutti gli attacchi d'odio contro la destra

Tutti gli attacchi dell'odio rosso: ecco la sinistra del pensiero unico

Ascolta ora: "Tutti gli attacchi dell'odio rosso: ecco la sinistra del pensiero unico "

Tutti gli attacchi dell'odio rosso: ecco la sinistra del pensiero unico

00:00 / 00:00
100 %

Prima ha gridato al pericolo fascista, poi ha urlato davanti al rischio epurazioni in Rai e, alla fine, la vera antidemocratica è lei: la sinistra italiana. La contestazione al ministro per la Famiglia, la natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, è solo l'ultima in ordine di tempo.

In occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, infatti, Vittorio Sgarbi, sottosegretario ai Beni Culturali e assessore al Comune di Viterbo, è stato fischiato a più riprese mentre cercava di fare il suo discorso. Ma non solo. Una volta salito sul palco, Sgarbi ha rivelato: "Da quando è finito il Covid ci si dà la mano, il presidente dell'Anpi ha preferito non darmela". Un gesto che l'esponente del governo ha giustamente condannato come antidemocratico:"Certo è davvero tragicomico come finti antifascisti, in nome di un'idea equivoca di 'libertà' abbiano tentato d'impedirmi di parlare, e cioè di negare quella libertà di espressione che dovrebbe essere uno dei valori fondanti di questa ricorrenza. Quello che è successo a Viterbo è la prova di come c'è chi utilizza il 25 aprile come strumento di lotta politica. Tutto ciò è inaccettabile".

Il bersaglio preferito dai contestatori, però, è il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il 17 marzo scorso è stata accolta al Congresso della Cgil da un gruppo di tesserati che hanno lasciato il salone del congresso di Rimini col pugno chiuso alzato e cantando "Bella Ciao". La Meloni ha aspettato qualche minuto prima di prendere la parola e, poi, ha ironizzato: "Non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica", riferendosi all'episodio avvenuto alcuni giorni prima in cui una delegata della Cgil aveva mostrato uno striscione con la scritta: "Meloni, pensati sgradita", ispirandosi all'abito con la scritta "pensati libera" indossato da Chiara Ferragni sul palco di Sanremo. "Ringrazio anche chi mi contesta, in alcuni casi con slogan efficaci: ‘pensati sgradita’. Anche se non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica" erano state le dichiarazioni del premier.

Nel corso della campagna elettorale, un giovane esponente del mondo Lgbt ha interrotto un comizio elettorale di Giorgia Meloni salendo sul palco con in mano la bandiera arcobaleno. "Me la vuoi lasciare, grazie?", aveva detto la Meloni al ragazzo che la contestava. "Tu vuoi delle cose. No, non devi scappare all'estero... Io voglio il diritto di pensarla in maniera diversa. È la democrazia. Ci rispettiamo pur non essendo d'accordo", aveva spiegato la premier in pectore. E aveva concluso: "Hai già le unioni civili, quindi puoi fare quello che vuoi. Gli facciamo un applauso? Rispetto il coraggio delle persone di difendere ciò in cui credono. Lo ringrazio per essere salito sul palco per rivendicare quello che ritiene giusto".

In quel periodo di campagna elettorale, però, le contestazioni erano quasi all'ordine del giorno. “Io e tantissimi giovani non ci riconosciamo nei partiti candidati attualmente. Non trovando percorsi democratici per esprimerci contestiamo nei comizi”, era stata la spiegazione data a Corrado Formigli da Silvia Rigo, 24 anni, durante una puntata di Piazzapulita. “Serve un contro-presidio. Serve occupare gli spazi dove viene fatta una propaganda becera, classista e xenofoba e portare una voce contraria”, aveva aggiunto la contestatrice. "Non contestiamo solo Giorgia Meloni, ma anche il suo partito e soprattutto i suoi elettori.

Mi sembra un mio diritto presidiare i posti pubblici e far vedere che l’Italia non è solo quella dei quattro vecchi trentini presenti in piazza davanti a Giorgia Meloni…", era stata la sua conclusione.

Commenti