Cronache

"Da voi ho imparato il male Mi fido soltanto di Raffaele"

La ragazza americana a "Quarto Grado" conferma che non tornerà per il processo. E confessa: "Con Lele non è amore, siamo due reduci dalla stessa guerra"

"Da voi ho imparato il male Mi fido soltanto di Raffaele"

Amanda che ammalia, faccia d'angelo col piglio da «dark lady», sensuale tanto da poter ingannare. Chissà se colpevole o innocente. Di certo non trasparente. E spesso bugiarda, come quando col suo falso racconto spedì in carcere uno che non c'entrava niente: Patrick Lumumba. Eppure alla fine giudici di primo grado hanno scelto di crederle. A lei e al fidanzatino del momento Raffaele Sollecito, assolvendoli entrambi per l'omicidio di Meredith Kercher.

Correva l'anno 2007, 2 novembre quando Mez venne trovata seminuda nell'appartamento perugino che condivideva con altre tre ragazze, tra cui proprio la bella Knox. Finita la lettura delle sentenza lei trovò già pronto un aereo ad aspettarla per riportala a casa, in quell'America sempre dalla sua parte. Quasi uno schiaffo per l'Italia, per la vittima, per la sua famiglia.

Nei giorni scorsi la biondina oggi ventiseienne, aveva annunciato ai media d'Oltreoceano che non sarebbe tornata nel Belpaese per il processo d'Appello che si aprirà tra dieci giorni. «Non voglio tornare in cella, ho paura, piango sempre, soffro di attacchi di panico. Eppoi, non ho i soldi per il biglietto. Strano per una che ha pubblicato un libro-verità (la sua) dietro congruo compenso. Si diceva le avesse fruttato quattro milioni di dollari «Waiting to be Heard» («Aspettando di essere ascoltatata»), edito da HarperCollins. Ora però che l'attesa è finita lei rinuncia. «Ho già subito 86 udienze, cosa potrei dire di piu?».

«Quarto grado», in onda domani su Retequattro, è la prima tv italiana riuscita a intervistarla. E a cui «faccia d'angelo» racconta della sua metamorfosi, delle angosce mentre rivive un passato che sembra ieri. «Tornata a casa speravo di essere più felice di come sono. Negli ultimi mesi di prigione immaginavo che ansia, tristezza e rabbia si sarebbero sciolti, che sarei tornata a una vita felice, che non sarei stata sempre triste…», racconta al giornalista. Ma punta anche il dito contro il Paese che l'ha tenuta reclusa: «In quei 4 anni di persecuzione ho conosciuto solo questa realtà. Ogni cosa che vivo è il riflesso di ciò che ho imparato in Italia... cose brutte come ad avere paura e a non fidarmi delle persone».

Sull'ex fidanzato Raffaele, l'ultimo dei suoi sette amori italici (come scriveva dal carcere al suo «amorino» americano Dj, ndr) racconta: «Lele e io abbiamo vissuto un incubo insieme. Mi fido tantissimo di lui: è gentile, intelligente, vero. Una brava persona, su cui posso contare. Gli sono grata e sono fiera di lui... La nostra relazione-, aggiunge “Foxy” - non è amore: siamo soldati che hanno attraversato una guerra. Siamo uniti e possiamo fidarci l'uno dell'altra. Ma sono molto triste per lui: è sempre solo».

Ma ancora alla ribaltà. Lui al processo in Assise, prima o poi si presenterà, come probabilmente i genitori e la sorella di Meredith, lei sì davvero dimenticata.

L'Amanda che si è sempre professata innocente, si mostra triste:«Penso sempre a Meredith: vorrei andare sulla sua tomba con la sua famiglia, ma non voglio invadere un posto intimo come quello, se loro non mi accolgono». Dolore sincero o l'ultima bugia?

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