Voleva stupire il cuginetto Morti per un giro in Ferrari

Voleva stupire il cuginetto Morti per un giro in Ferrari

«Per lui le gomme che stridevano sull'asfalto erano musica». Pierangelo Statile, 22 anni, figlio di un pilota di Formula 3, è morto ieri mattina all'ospedale San Bortolo dopo essersi schiantato in un drammatico incidente ad Arcugnano, Vicenza. Una folle corsa cominciata domenica dopo una festa di battesimo e che ha fatto un'altra vittima, Giancarmine Lombardi, 11 anni, che era seduto sul lato passeggero della Ferrari 355 GRS guidata da Statile: è morto sul colpo. Il ragazzino, cugino del proprietario dell'auto, era arrivato il giorno prima a Vicenza da Matera assieme alla famiglia per assistere alla cerimonia. Avrebbe compiuto 12 anni a luglio. Dopo pranzo i due era usciti per fare un giro. Pierangelo voleva far provare al cuginetto forti emozioni. Noncurante dell'asfalto bagnato dalla pioggia, «scalda» il motore della rossa di Maranello lungo un cavalcavia che supera l'autostrada Torino-Trieste. Sono le 17,20: alcuni testimoni prima lo vedono «decollare»poi, una volta «atterrato», sbandare con tutte e quattro le ruote. Pierangelo prova disperatamente un controsterzo ma non riesce a «raddrizzare» l'auto. Infine lo schianto, terribile, prima contro un cancello poi sullo spigolo perimetrale di un'abitazione sul viale Sant'Agostino. Un boato assordante, seguito da una forte esplosione. Il ragazzo è già morto quando arrivano i primi soccorritori, i vigili del Fuoco di Vicenza. Pierangelo, riverso sull'asfalto, respira ancora. Gli uomini del 115 non devono neppure usare le cesoie idrauliche per estrarre i corpi: la Ferrari è spezzata in due tronconi. Come fosse burro, tanto era la potenza scaricata su quel muro maledetto. Un dramma familiare: era stato il padre, Filippo Statile, a cedere il bolide al figlio appena 19enne poco prima di morire, nel 2010.
E per Pierangelo quella macchina era tutto, come ricorda un suo amico carissimo, Federico Bruno Calearo, in una lettera inviata a il Giornale di Vicenza. «Pierangelo era un ragazzo come me - scrive l'amico -, adorava le automobili, amava stringere forte il volante e regalarsi emozioni da brivido. A lui non faceva paura, non sentiva il timore, si eccitava all'emozione di sentirsi mancare il fiato in curva». Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l'auto proveniva da Arcugnano in direzione Vicenza. La Ferrari andava talmente veloce che sul culmine del ponte Sant'Agostino prende letteralmente il volo sollevandosi dall'asfalto. Qualcuno avrebbe anche riferito di aver visto la Ferrari sorpassare due auto sul ponte stesso. Tremendo l'impatto a terra, la sbandata e l'urto contro la casa diroccata. Secondo i primi esami di laboratorio il guidatore non aveva tracce di alcol. L'uomo era titolare di un'enoteca, il «Trio Divino» nel comune di Arcugnano dove abitava. I nonni del ragazzino, una volta giunti sul posto dell'incidente, sono stati colti da malore e ricoverati in ospedale. Fra i primi ad arrivare anche il primario del Suem 118, Federico Politi, che abita in zona.

«L'automobile non è un mezzo di trasporto - continua la lettera sempre su il Giornale di Vicenza - è il viaggio, l'avventura, il ricordo, la voglia di vivere, è l'inversione di marcia perché hai cambiato idea, è guardarla quando la chiudi in garage perché anche oggi è stata la tua fedele compagna di vita e di strada».

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