Interrogate già 30 persone: è caccia al killer di Oldani

Il magistrato dispone l’autopsia sul corpo del commercialista pestato a morte L’Arcigay: «Preoccupante clima di violenza»

Sembrano destinate a finire in un vicolo cieco le indagini sull’autore dell’omicidio di Maurizio Oldani, il 47enne commercialista e coordinatore di Zona 1 della Margherita, massacrato di botte in via di Porta Tenaglia, a 200 metri da casa sua, all’alba di domenica e deceduto all’ospedale Fatebenefratelli ieri pomeriggio.
«Le tracce dell’uomo si perdono nella notte tra sabato e domenica -, spiegano gli investigatori della squadra mobile - quando, poco prima delle due, Oldani ha salutato un amico con il quale era stato fino a quel momento in un locale e se n’è andato per i fatti suoi. Da allora nessuno l’ha più visto: il suo corpo privo di sensi è stato ritrovato solo alle sei, per strada, da un passante che ha lanciato l’allarme. Purtroppo, a meno di un colpo di scena, sarà difficile risalire all’assassino, che va ricercato quasi sicuramente tra le conoscenze occasionali di Oldani nel mondo gay. E tutti i colleghi di lavoro, gli amici, i conoscenti dell’uomo che abbiamo sentito non ci possono aiutare in questo senso». In questura, infatti, in questi giorni sono state sentite oltre una trentina di persone, ma nessuna novità sembra essere emersa da questi interrogatori. In attesa degli esiti dell’autopsia disposta dal magistrato (i genitori hanno acconsentito al prelievo degli organi), tutto lascia pensare a un delitto di impeto, non a un agguato: innanzitutto la scelta del luogo (il corso di porta Tenaglia, frequentato da passanti anche di notte), poi la ferocia con la quale è stato perpetrato il pestaggio.
Il commercialista ha il segno di un colpo sulla fronte, come se fosse stato colpito con un pugno violento o con un corpo contundente che non è stato trovato, e un altro alla nuca, come se fosse stato più volte e selvaggiamente spinto con forza contro il marciapiedi. A complicare le indagini il fatto che quella notte piovesse e che i soccorritori lo abbiano caricato in ambulanza per portarlo in ospedale ancor prima dell’arrivo degli agenti. Anche la posizione dell’aggredito, dunque, risulta ricostruita e nient’affatto certa. Il dottor Oldani non aveva né automobile né patente, e anche i suoi due telefoni cellulari sono stati trovati a casa e non possono essere utili a seguire i suoi spostamenti di quella notte.
Intanto l’Arcigay, in un comunicato, invita a riflettere «sulle cause culturali che hanno prodotto questo delitto.

La morte del dirigente della Margherita ripropone con drammaticità il tema della condizione di estrema insicurezza in cui vivono le persone omosessuali non visibili e il preoccupante clima di omofobia che si è instaurato in questo Paese», conclude la nota.

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