Cronaca locale

Intervento «soft» per l’aneurisma Il Policlinico ora è all’avanguardia

La nuova apparecchiatura, unica in Italia, consente di non aprire il cranio per riparare le arterie danneggiate

Marisa de Moliner

Milano ora non ha più niente da invidiare a Parigi e a Stoccolma. Perlomeno per quanto riguarda la cura degli aneurismi. A mettere al passo la nostra città con la capitale francese e quella svedese ci ha pensato il Policlinico con un simulatore che permette un intervento soft che non richiede, come quello tradizionale, l'apertura del cranio per riparare le arterie cerebrali danneggiate. L'apparecchiatura che consente operazioni non invasive è ospitata nel reparto di neuroradiologia inaugurato ieri al padiglione Beretta Ovest. Si tratta però di una sistemazione temporanea. «Tra due anni - spiega Carlo Tognoli, presidente della Fondazione Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena - il reparto sarà trasferito al Monteggia che ospiterà le neuroscienze». «Le sale angiografiche costate un milione e 600mila euro - ha dichiarato presentandole Vincenzo Branca, direttore dell'unità operativa di neuroradiologia interventistica - consentiranno d'intervenire senza dover aprire la scatola cranica anche in casi di patologia vascolare cerebrale complessa». Operazioni possibili in futuro ventiquattr'ore su ventiquattro, nel frattempo le sale operatorie sono già operative per molte ore. Basta pensare che si effettuano quattro interventi chirurgici al giorno. Ma come si riparano le arterie danneggiate da un aneurisma con la nuova metodica? «Quest'apparecchiatura - risponde il dottor Branca - consente di simulare la ricostruzione permettendo la scelta delle protesi più adatte. L'impianto è così più sicuro con il vantaggio di correre rischi minimi di emorragie potenzialmente letali». L'apparecchiatura unica in Italia ha anche il vantaggio di non bombardare il paziente con i raggi x che vengono emessi, infatti, a basso dosaggio. «Questa strumentazione - continua il dottor Branca - fornisce immagini tridimensionali dell'aneurisma oltre che delle strutture cerebrali. L'apparecchiatura è in grado inoltre di simulare la procedura endovascolare più appropriata navigando nel cervello. Le potenzialità della strumentazione inaugurata ieri non si fermano qui. Permette di effettuare nel corso dell'intervento anche una Tac per controllare gli esiti in contemporanea». Al Policlinico non sono però nuovi a operare con tecniche soft, endovascolari, le vittime di aneurisma. Un'esperienza che ha portato l'ospedale ad essere riconosciuto quale Centro di riferimento nazionale. Un riconoscimento conquistato sul campo con i 1.036 pazienti, i 255 interventi, e gli oltre 20mila esami diagnostici al cervello e al midollo spinale del 2005.

Numeri che potrebbero aumentare se il trend dei primi sei mesi, con 802 pazienti e 192 operazioni, dovesse continuare.

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