Intervista Il padre di una ragazza ustionata

«Sì, è vero. Mi hanno sparato, mio fratello è un pentito e mia figlia è rimasta gravemente ferita nell’attentato alla “Morvillo Falcone”. E allora? La Sacra corona non fa queste cose, i Signori non ammazzano certo le creature. Non mettetemi in mezzo a questa storia, per carità di Dio».
Sull’uscio di casa che affaccia direttamente sulla strada, a Mesagne, Vincenzo Greco ci riceve piuttosto controvoglia. È il papà di Selena, compagna di scuola e amica di Melissa Bassi. Melissa è morta nell’esplosione, sua figlia invece è sopravvissuta, ma è ancora in ospedale, avvolta nelle garze dalla testa ai piedi, dopo essere stata ridotta a un tizzone umano per mano di qualcuno che proprio a quel gruppo di studentesse di Mesagne, appena scese dal bus che le portava a scuola, sembra aver mirato per fare male. Vincenzo è già stato sentito dagli investigatori giorni fa. L’indiscrezione è trapelata soltanto ieri. Per questo, e per approfondire un potenziale filone «criminale» già scandagliato (e in gran parte scartato) subito dopo l’esplosione, lo abbiamo contattato. L’esordio dell’intervista corre sul filo dell’alta tensione.
Senta signor Vincenzo, a suo avviso ci sono contatti o analogie con l’attentato che lei subì due anni fa?
(Silenzio per una decina di secondi) «Quale attentato? Non ho subito alcun attentato, io».
Ma non è lei questo in foto (Gli facciamo vedere un vecchio ritaglio di giornale, ndr)?
(Ancora silenzio) «Va bene sì, sì... sono io quello dell’attentato. E allora?».
Allora volevamo chiederle se a suo avviso può esserci un collegamento.
«E perché?»
Perché sembra proprio che l’attentatore volesse colpire specificatamente le studentesse scese dal pullmann di Mesagne, sua figlia era insieme a Melissa, lei stesso due anni fa venne colpito dentro casa a colpi di pistola, suo fratello collabora con la magistratura, l’altro suo fratello...
«Non corriamo con le parole. Per prima cosa a me hanno sparato fuori dall’abitazione perché in casa non sarebbero mai entrati. Poi questa mia vicenda è roba passata, chiusa, sepolta, lontana, assolutamente non collegabile a quest’ultimo fatto. Mio fratello sì è pentito, è noto, ma non c’entriamo niente con lui».
Esclude quindi una rappresaglia della Sacra corona unita?
«I Signori non fanno certo cose, la Sacra corona non se la prende con i bambini. La dimostrazione che non ce l’avevano con noi è data dal fatto che Selena va a scuola da sola, ha le chiavi ed entra e esce di casa quando vuole, torna anche tardi, al buio, e dunque se volevano farci del male avrebbero potuto colpirla quando e come volevano. Anche io esco alle 6.30 del mattino per andare a lavorare senza problemi. Noi siamo assolutamente persone perbene e serene, io sono stato un ragazzo di strada ma è acqua passata».
Ha idea di chi possa aver messo l’ordigno a scuola e perché?
«Non so chi è stato» (Interviene dalla strada la nonna di Selena per ribadire che nessuno sa niente e che nessuno ce l’ha con la famiglia).
Ma un’idea se la sarà pure fatta del mostro?
(Scuote la testa) «Ma che ne so io? Non lo so proprio. Se gli investigatori pensano che c’entri qualcosa Mesagne chiedete a loro. State attenti a non confondere le cose».
Lei o qualcuno della sua famiglia ha mai ricevuto minacce?
«Mai e ripeto mai. Nessuna minaccia, nessun avvertimento, nessuna ritorsione.

Facciamo una vita tranquilla, non abbiamo nemici e non diamo fastidio a nessuno. Non fate collegamenti azzardati, state bene attenti a non confondere i fatti e le parole. Riportatele così come sono, mi raccomando».
Detto, fatto.
GMC-MMO

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