Intesa, la «depositaria» a State Street per 1,75 miliardi

Accordo fatto tra Intesa Sanpaolo e la società statunitense State Street (leader nei servizi finanziari) per la cessione a quest’ultima degli asset di «securities services» della banca depositaria del gruppo della Ca’ de Sass. L’operazione, annunciata ieri, prevede un corrispettivo di circa 1,75 miliardi, di cui circa 1,28 relativi al solo avviamento. Le indiscrezioni sull’imminente cessione degli asset a State Street erano circolate a ridosso dei consigli di sorveglianza e gestione di Intesa del 15 dicembre, quando era poi emerso che i due organismi si sarebbero potuti riunire nuovamente entro fine anno proprio sul tema della cessione delle attività della banca depositaria. I consigli si sono infatti tenuti di nuovo venerdì scorso 18 dicembre e hanno deciso di affidare all’ad Corrado Passera la delega a concludere l’operazione, che, una volta perfezionata, si tradurrà per Intesa Sanpaolo in una plusvalenza lorda di circa 740 milioni e in un recupero dell’avviamento di 540 milioni.
L’effetto positivo sul Core Tier 1 sarà di circa 37 centesimi di punto. L’operazione si inserisce nel quadro delle annunciate azioni di «capital management», ovvero di valorizzazione delle attività non strategiche mirate a rafforzare ulteriormente il patrimonio di Intesa Sanpaolo. Al 30 settembre 2009 il Core Tier 1 della banca era al 7,2%, mentre il Tier 1 era ll’8%. A fine settembre la banca aveva deciso di rinunciare all’impiego dei Tremonti bond, senza la necessità di procedere in alternativa ad aumenti di capitale.

Si era infatti detta «in grado di raggiungere e andare oltre gli obiettivi di patrimonializzazione con risorse proprie». E gli obiettivi sono di mantenere comunque strutturalmente il gruppo su livelli «non inferiori al 7% di Core Tier 1 ratio e all’8% di Tier 1 ratio per i prossimi anni».

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