da Milano
Il primo bilancio di Intesa Sanpaolo è arrivato ieri, con una raffica di numeri. Ma quello che conta più degli altri è uno solo: lutile netto, pari a 4.618 milioni. È questo il dato più significativo, pari al profitto «proforma», ottenuto in pratica dalla somma degli utili delle due banche, ma al netto delle rettifiche di perimetro di fusione (la cessione di Friuladria e Cariparma allAgricole, che dunque ora non sono più nel consolidato), e al lordo dei costi di integrazione, che non saranno più ricorrenti. In altri termini è questo il dato che servirà, dora in poi, come riferimento per il 2006.
In verità il mercato ha brindato a un altro dato: la conferma per il 2009 dellobiettivo di un utile netto di 7 miliardi, nonostante alcuni effetti negativi in termini di «rettifica di interessi e ammortamenti legati alle rivalutazioni di crediti e di immobili». Su questo dato la Borsa ha reagito positivamente, con un rialzo dell1% a quota 5,8 euro. Per il resto il bilancio approvato ieri a Torino dal consiglio di gestione è, nei fatti, la somma dei due documenti prospettici esaminati dalle rispettive aziende di credito. Non si può parlare di bilancio 2006 di ununica banca, avendo la fusione avuto effetto dal 1º gennaio.
Lappuntamento importante, piuttosto, sarà fra tre settimane, il 14 aprile, quando consiglio di sorveglianza e consiglio di gestione torneranno a riunirsi per approvare il piano industriale della Superbanca, vale a dire il percorso di sviluppo del gruppo bancario come un corpo unico.
E nel piano, oltre alle previsioni sui numeri, si leggeranno anche le strategie disegnate nel terreno della bancassurance e dellasset management. Con i relativi progetti per Generali ed Eurizon, che rappresentano probabilmente le due questioni aperte più importanti per il gruppo. Oltre, naturalmente, al modello organizzativo complessivo del gruppo e le linee di sviluppo, in Italia e allestero. Non a caso sarà in quella sede che verrà fornito il dato sulla proposta di dividendo da portare allassemblea dei soci, convocata per il 30 aprile e 3 maggio prossimi.
Tornando, comunque, ai numeri, e considerando gli oneri di integrazione, spesati una tantum in questo bilancio, il dato sarebbe pari a 4.056 milioni. Mentre il solo utile aggregato (ottenuto con Friuladria e Cariparma e con gli oneri di integrazione) sarebbe di 5.290 milioni. Al 31 dicembre 2006 il Tier 1 del gruppo è stato calcolato pari all8,8%.
Il consiglio di gestione, presieduto da Enrico Salza e condotto dallamministratore delegato Corrado Passera, ha anche approvato i conti 2006 delle due banche che vedono per Banca Intesa un utile netto consolidato di 2.559 milioni (meno 15,4%) e per Sanpaolo Imi un risultato netto di gruppo di 2.148 milioni di euro (più 8,3%).
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