Intesa Sanpaolo convince Carifirenze

Dopo un lungo corteggiamento l’amministratore delegato Corrado Passera «persuade» Cassa di Risparmio di Firenze a diventare la colonna vertebrale di Intesa Sanpaolo nel Centro Italia. A dare il via libera ai lavori per l’integrazione, dopo l’offerta «non vincolante» annunciata da Intesa, è stato ieri il comitato di indirizzo dell’Ente omonimo cui fa capo la maggioranza relativa di Carifirenze (41,2%). Sul tavolo della riunione, protrattasi per oltre quattro ore, anche l’alternativa di alleanza industriale avanzata in extremis dai francesi di Bnp Paribas. A conti fatti la promessa di Ca’ de Sass di trasformare Crf nel pivot della propria espansione nel Centro Italia e la difesa del nome ha persuaso i toscani. Firenze sarà, infatti, posta a capo di una supercassa, formata da altri 12 istituti locali (900 gli sportelli complessivi rispetto agli attuali 550), assumendo un ruolo simile a quello svolto dal Banco di Napoli nel Mezzogiorno nell’ambito della Banca dei territori.
Da parte sua Intesa serra, invece, le fila nell’unica area del Paese rimasta poco presidiata dopo le nozze con Sanpaolo: l’offerta dovrebbe essere prossima ai 5,13 miliardi. In particolare, la Fondazione Cr Firenze dovrebbe cedere a Ca’ de Sass il 32% della Cassa, cui si aggiungerebbe un ulteriore 8% girato dall’ente di La Spezia e da quello di Pistoia e Pescia. A quel punto Intesa, che controlla già il 18,6% di Carifirenze, procederebbe all’Opa. Il 10% del capitale dovrebbe, tuttavia, rimanere nella mani dell’ente di Edoardo Speranza a tutela del legame con il territorio. Quest’ultima, inoltre, potrebbe reinvestire parte dell’incasso in Intesa così da sfruttare il ricco flusso di cedole prospettato da Passera (18 miliardi in tre anni). Lunedì c’è una riunione del patto e per ridurre l’onere fiscale della cessione le tre fondazioni potrebbero utilizzare una società veicolo.


Positivo il giudizio di Piazza Affari dove Intesa ha guadagnato l’1,7% (più 0,8% Carifirenze). Il fronte sindacale tuttavia annuncia battaglia e dissenso resta anche tra alcune influenti famiglie locali che il 4 maggio saranno chiamate in assemblea.
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