«Le intese tra ex municipalizzate? Servono solo al potere dei sindaci»

Sapelli: «Meglio ognuno padrone a casa propria e un’unica società che acquisti il gas per tutti. Un gruppo solo anche per la gestione rifiuti»

da Milano

A2A, Super-Hera, il raggruppamento del Nord Est (se si farà): belle realizzazioni, anche se serviranno solo a finanziare il potere locale, con infiniti litigi tra i sindaci-azionisti. Ma soprattutto senza risolvere quelli che sono i due problemi di fondo delle utility italiane: l’approvvigionamento del gas a prezzi competitivi e l’efficienza nello smaltimento dei rifiuti, come sta a dimostrare il caso Napoli e della Campania. Giulio Sapelli, docente universitario con alle spalle una lunga esperienza nel settore energia e nelle ex municipalizzate (è stato consigliere di amministrazione dell’Eni e presidente di Meta Modena, ora entrata nel gruppo Hera), non crede affatto che le fusioni in atto porteranno dei benefici. Anzi. Anche se, a dire il vero, la sua è una battaglia solitaria.
«In Italia non esiste più una politica sul piano nazionale - sostiene – tutto si è spostato sul piano locale, con piccoli potentati che si spartiscono il potere. E le ex municipalizzate sono diventate una delle poche forme di finanziamento che sono rimaste. Che senso ha fare delle fusioni in cui i sindaci spezzettano la gestione per ripartirsi una fetta di potere, in cui basta il veto di un singolo per inceppare le decisioni? Senza contare che né Hera, né A2A hanno le dimensioni per andare sul mercato internazionale a competere efficientemente nell’acquisto del gas: l'unica che ha trovato la soluzione è Acea che si è accasata con Suez-Gaz de France». Così Sapelli rilancia una proposta: «Lasciamo perdere queste inutili aggregazioni: la vera forza delle ex municipalizzate sta nella presenza sul territorio. Manteniamole ben radicate, ma nello stesso tempo costituiamo una unica società responsabile dell'acquisto del gas che crei una massa critica che diversamente non hanno. E che poi lo consegni alle società locali. È inutile che Hera-Iride, A2A o il Nord Est vadano in ordine sparso a farsi concorrenza tra di loro nell'acquisto di metano, la cui fornitura è in mano a Russia, Libia e Algeria che già trattano con Eni e le grandi compagnie petrolifere. Se invece si mettono d'accordo possono creare, sia pure limitatamente a un settore, quella Rwe italiana da tempo sponsorizzata trasversalmente da esponenti della destra e della sinistra, in grado di contrattare alla pari o perlomeno non in condizioni di inferiorità».
L'altro fronte è quello dello smaltimento dei rifiuti: anche qui sarebbe necessario costituire un'unica società a livello nazionale. Hera-Iride e A2A vantano una grossa esperienza nel settore, ma non basta. Le singole municipalizzate dovrebbero scorporare le attività di raccolta concentrandole in un unico gruppo che potrebbe dedicarsi anche alla costruzione e gestione dei termovalorizzatori.

In questo modo si metterebbero insieme risorse e conoscenze tecniche per lo smaltimento dei rifiuti e la produzione di energia che ne deriverebbe: «Immaginiamoci se per Napoli ci fosse un grande gruppo in grado di proporre un pacchetto di soluzioni che vanno dalle questioni tecniche al finanziamento - sostiene Sapelli – in grado soprattutto di avere la forza di proporsi come interlocutore credibile con alle spalle un'esperienza a livello nazionale e non solo locale. La questione Campania forse oggi avrebbe già trovato una via d'uscita».

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