Roma

«Intimidazioni e nepotismo: Asl, ormai siamo alla farsa»

Augello e Rampelli: «Oltre all’assunzione della moglie di Montaguti, il pretestuoso licenziamento di Mirabella, rimesso in carica dal Tar»

Stefania Scarpa

Non c’è proprio pace per la giunta Marrazzo in tema di sanità. Non bastasse il pasticcio dei direttori generali delle Asl, sedici manager che hanno sostituito i precedenti con uno spregiudicato spoil system parzialmente bloccato dal Tar, ora c’è anche il caso Montaguti ad agitare i sonni dell’ex giornalista televisivo. Il nuovo direttore generale del Policlinico Umberto I avrebbe infatti conferito l’incarico di coordinamento degli uffici di staff della sua direzione generale alla dottoressa Celin fissando il compenso in 108mila euro l’anno più 20mila euro in caso di conseguimento degli obiettivi. Un caso rivelato dai consiglieri regionali di An Andrea Augello e Fabio Rampelli e del quale riveliamo tutti i particolari a pagina 6 dell’edizione nazionale.
Ma non è tutto. I due esponenti di An rivelano anche altre faccenduole della telenovela Asl, che loro definiscono «farsa». «Registriamo che il dottor Adolfo Pipino, direttore per 48 ore del San Filippo Neri, ha trovato il tempo, appena insediato e qualche ora prima di essere cacciato dal Tar, di inviare un telegramma al dottor Mirabella, tuttora per decisione della magistratura legittimo direttore generale della Asl di Frosinone, per aprire le procedure di licenziamento dello stesso Mirabella dal San Filippo Neri. La questione è molto grave: infatti Mirabella, prima di essere nominato direttore generale presso la Asl di Frosinone, ricopriva l’incarico di dirigente medico di nefrologia e dialisi proprio al San Filippo Neri. In base alle vigenti disposizioni di legge, ricevuto l’incarico di direttore generale, si era messo in aspettativa. Conclusa la sua esperienza alla Asl di Frosinone dovrebbe rientrare nel suo incarico al San Filippo Neri. Come è noto Marrazzo e Battaglia hanno tentato di rimuovere anzitempo Mirabella e gli altri direttori generali con un provvedimento la cui efficacia è stata sospesa dal Tar. Nel caso di Mirabella ciò è accaduto il 16 agosto con decreto del presidente del Tar del Lazio, sezione distaccata di Latina. Ecco quindi perché, essendo ancora in carica, Mirabella non ha ripreso servizio al San Filippo Neri, comunicando il tutto alla Regione, che peraltro era perfettamente informata. Ha quindi un valore soltanto odioso e intimidatorio l’iniziativa di Pipino di pretendere da Mirabella giustificazioni, nei modi e nelle forme previste dai provvedimenti disciplinari, per il suo mancato rientro. Indigna non solo la pretestuosità ma anche la tempestività di un atto che non ha alcun fondamento giuridico e che è impossibile considerare tra le primissime cose da fare entrando nella direzione generale del San Filippo Neri. È chiaro che si intende minacciare un uomo e la sua famiglia colpevole soltanto di aver sfidato con un ricorso il governo regionale e di aver vinto la sua sfida».
Non solo. «L’assessore Battaglia - rivelano Rampelli e Augello - il quale durante la campagna elettorale e nei primi tre mesi del suo mandato ha continuato a ripetere, fino a qualche giorno fa in una intervista, che la Giunta di centrodestra che lo ha preceduto si è dimostrata lacunosa nei controlli della spesa e nella gestione delle Asl fino al punto di perdere nozione dell’effettivo andamento dei conti, sta basando la sua intera attività di monitoraggio dal 19 maggio, sulla consulenza della società Price Waterhouse Cooper, la stessa che ha svolto la medesima attività per conto dell’assessorato alla Sanità sia quando era assessore il collega Saraceni che nel periodo in cui l’incarico è passato al collega Marco Verzaschi».
Duro Fabio De Lillo, vicecapogruppo di Forza Italia alla Regione: «Nonostante i tentativi della sinistra di minimizzare il clamoroso fallimento delle nomine dei manager, che giorno dopo giorno l’operato del Tar va evidenziando, l’intero meccanismo di gestione della sanità del Lazio è ora compromesso: di certo un segno di discontinuità, questo sì, con il grande impegno con cui la Sanità del Lazio è stata rilanciata dal centrodestra che prima della sinistra ha governato il Lazio». Rincara la dose Luciano Ciocchetti, capogruppo dell’Udc in consiglio regionale: «È ormai chiaro che la situazione creatasi attorno alle nomine dei direttori generali delle Asl è completamente sfuggita dalle mani di Marrazzo e dell’assessore Battaglia. Hanno creato un caos nella sanità laziale che non ha precedenti.

I casi Pipino e Montaguti sono emblematici del modo di far politica da parte della nuova giunta: arrogante, senza scrupoli e prepotente».

Commenti