Il rebus che devono risolvere gli uomini della polizia locale di Gorgonzola non è proprio roba di poco conto. È un problema concreto ma anche una questione morale. Al momento, infatti, ci sono due persone: un ragazzo di Melzo di appena 21 anni, gravissimo (anche se ha superato la notte e le sue condizioni sono stazionarie) al Niguarda e l'uomo che l'ha ridotto così, un impiegato 66enne residente a Inzago, ricoverato all'ospedale di Treviglio con i postumi di un'ischemia, ma non in condizioni preoccupanti. Giovedì pomeriggio, poco prima delle 17, l'impiegato ha investito con la sua Toyota Yaris nera il giovane, che percorreva in bicicletta la via Parini, la strada consortile che collega Melzo a Gorgonzola. Dai rilievi sull'asfalto, dalle testimonianze e dai filmati delle telecamere la polizia locale di Melzo ha capito che l'uomo non voleva superare il ragazzo, ma nemmeno ha tentato di frenare per averlo notato quando ormai lo scontro era inevitabile. Il guidatore non è stato nemmeno accecato perché non aveva il sole davanti. E allora? Com'è andata?
«Lo ha investito, così, direttamente - spiega il comandante della polizia locale Antonio Pierni - raccogliendolo con la ruota anteriore destra e distruggendo infatti i fanali di quel lato della vettura. Forse si era distratto. E magari è proprio vero che non si è reso conto di quel che era successo». Mentre il ciclista per l'urto finiva in un fosso erboso, l'impiegato ha continuato infatti imperterrito per la sua strada.
Poco dopo, mentre l'elisoccorso di Niguarda portava d'urgenza il povero ciclista in coma e con un importante trauma toracico in ospedale, gli agenti della Locale stavano già visionando i filmati delle telecamere lungo le strade di Gorgonzola e Melzo per iniziare il più in fretta possibile la caccia al «pirata». È stato allora che ai vigili è arrivata una segnalazione di soccorso a Inzago: un uomo era arrivato in macchina in un'autofficina, farfugliando qualcosa, quindi si era sentito male. I titolari della carrozzeria avevano chiamato il 118 e il 66enne all'arrivo della polizia locale era già stato portato in ospedale a Treviglio dove si è scoperto che aveva avuto una leggera ischemia. La Toyota Yaris nera incidentata ferma davanti all'autofficina, però, non c'erano dubbi, era proprio quella che poco prima aveva travolto il ciclista tra Gorgonzola e Mezo.
«Il malore potrebbe essere la causa dell'investimento ma anche no: per il momento le nostre ipotesi restano al 50 e 50, dobbiamo comprendere - ha spiegato ieri il comandante Pierni di ritorno dalla Procura a Lodi dove si è deciso che il 66enne per ora venga indagato a piede libero per lesioni gravissime -. L'investitore sostiene di essersi accorto di aver urtato qualcosa ma di non aver pensato che si trattasse di una persona in bici. Ignaro dell'investimento, quindi, circa 40 minuti dopo, si è recato in carrozzeria perché sentiva un rumore provenire dalla parte anteriore destra della vettura. E li si è sentito male.
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