Invitata a cena da un amico: la violentano in tre

Si è presentata in ospedale raccontando di essere stata violentata da tre egiziani, uno dei quali suo conoscente, all’interno di un’auto in via Cascina Bellaria. Fornendo però versioni diverse sui fatti: un quadro confuso che rende più complicato l’accertamento della verità, vista anche la personalità della vittima, una tossicodipendente di 45 anni. La donna l’altra sera verso le 22 era finita al pronto soccorso del San Carlo per una stupro subito da tre extracomunitari e i medici hanno subito chiamato il 113. Agli agenti ha raccontato di conoscere da tre mesi un egiziano di nome Faias, con il quale era uscita più volte. Così quando sabato mattina l’ha chiamata per proporgli una pizza, ha accettato senza problemi: appuntamento alle 19 in piazzale Lotto. L’uomo è arrivato puntuale, a bordo di una Mercedes, di cui non sa precisare modello e targa, con altri due egiziani Ahmed e Mimmo.
Fatta salite la donna Faias sui sedile davanti, ha iniziato a gironzolare senza meta. Lei si sarebbe insospettita e, accusando un malore, avrebbe chiesto di essere accompagnata a casa. Il nordafricano ha invece proseguito per via Novara girando poi in via Cascina Bellaria per fermarsi in un parcheggio a ridosso del parco Trenno dove sarebbero iniziate le «avances» da lei respinte. A quel punto sarebbe stata afferrata con forza dagli amici seduti dietro, consentendo a Faias di sfilarle i pantaloni e abusare di lei. Seguito poi a turno dagli altri due. Ma qui iniziano le contraddizioni: la donna non aveva segni sulle braccia, ha detto che i tre avevano consumato un rapporto completo, poi che nessuno l’aveva fatto, poi che solo «Mimmo» non c’era riuscito.

Inoltre non conosce il cellulare di Faias che avrebbe sempre chiamato oscurando il numero. La donna è finita al Centro Antiviolenza della Mangiagalli, mentre gli agenti sono andati in via Cascina Bellaria senza trovare tracce evidenti del passaggio della Mercedes né dello stupro.

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