da Roma
Senatore Bordon, perché non si è recato alle consultazioni?
«Considero la mia coerenza una cosa importante. Mi sono dimesso: presentarsi era fuori luogo».
E così?
«Alle consultazioni sono andati Manzione e De Vita. Io mi dedicherò al giornalismo, allinsegnamento e alla candidatura a sindaco di Roma. LUnione democratica per i consumatori non è un privé, ma ha un solido radicamento».
La legislatura è finita? E, in ogni caso, lei come si porrebbe?
«Avrebbe senso continuare se si formasse un governo sulla base di una grande intesa, e in quel caso la mia presenza sarebbe indifferente. Non ci potrei essere nemmeno con un governicchio. Tornerei in Senato solo per votare le mie dimissioni».
Che farà il suo partito in caso di elezioni?
«La delusione per una politica dove le etichette servono per mantenere la casta ci porta a non dare nulla per scontato. Al momento ci sentiamo liberi».
Si candiderà a sindaco comunque decida il Pd?
«Spero che ci siano delle primarie. Se non ci fossero, mi candiderò e verificherò periodicamente il mio consenso. I cittadini chiedono un buon sindaco. Il resto è secondario».
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