«Io capolista? No, non mi sento adeguato»

Continua il lavoro delle «diplomazie» per convincere la Colli a fare un passo indietro, ma lei non vuol rinunciare alla sua lista personale

«Io capolista? No, non mi sento adeguato»

Gabriele Albertini no, Ombretta Colli ni. Continuano le grandi manovre per dare un volto alle liste con cui la Casa delle libertà cercherà di evitare il trasloco da Palazzo Marino. Alterne le fortune del lavoro dei vertici dei partiti che ieri hanno dovuto incassare il semaforo rosso del sindaco, ma che vedono con sempre maggiore ottimismo la possibilità di convincere l’ex signora Provincia a far un passo indietro.
«Non mi sento adatto». Così, ieri mattina a margine della cerimonia d’intitolazione di una piazzetta a Giordano Dell’Amore, Albertini ha risposto alla domanda sulla sua eventuale candidatura alle prossime elezioni amministrative come capolista a sostegno del candidato sindaco della Casa delle libertà Letizia Moratti. Un brutto colpo per chi pensava di affidare a mister cinquecentomila preferenze il compito di traghettare il centrodestra dopo nove anni verso un’amministrazione affidata alla lady ministra. Tra l’altro indicata, prima ancora che dal premier Silvio Berlusconi, dallo stesso Albertini come figura ideale per la successione. «Non sono troppo incline ad immaginare una mia presenza concreta e un reale impegno in consiglio comunale», ha tagliato corto Albertini. Aggiungendo con una punta di velenosa polemica, «dopo averlo sopportato per nove anni».
Un rapporto più spine che rose, quello con l’assemblea di Palazzo Marino, che rende davvero difficile immaginare il futuro ex sindaco seduto sui banchi tra un’interrogazione e una delibera ad aspettare il momento di schiacciare il tasto per votare. Magari per contribuire al tanto odiato ostruzionismo. E così «non sono adatto», ripete più volte ricordando «gli impedimenti e gli ostacoli» frapposti, a suo giudizio, dall’assemblea civica all’operato della giunta. E cita le vicende Sea e Scala. E conclude, sempre riferendosi ad un eventuale ruolo da consigliere, «non mi sentirei proprio a mio agio». Riguardo alle richieste specifiche ad accettare la candidatura che gli sono provenute dalla maggioranza di centrodestra, su personale sollecitazione da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, Albertini ha risposto: «Me lo hanno chiesto in tanti, anche ad alto livello, ma non faccio nomi per non creare disagi».


Ancora aperta, invece, la partita Colli. Lei chiede un assessorato. Possibilmente quello ai Servizi sociali, ricco di budget e iniziative. Di mezzo c’è la sua lista personale. Lei la vuole, quelli di Forza Italia no.

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