L’episodio di intolleranza subito dal collega della Rai siciliana Miceli da parte del leader dell’Unione Romano Prodi, non è un caso isolato. Anch’io sono tra i giornalisti rei di aver posto una domanda a Prodi non concordata. Anche se la domanda era talmente scontata da essere quasi banale, per questo la sua reazione scomposta e aggressiva mi ha francamente prima stupito e poi indignato.
I fatti: giovedì 20 ottobre Prodi torna in terra reggiana da vincitore indiscusso delle primarie. Quel pomeriggio sono previsti diversi incontri e io raggiungo il Centro Sociale nel Parco Cervi a Reggio Emilia. Sono incaricata di preparare un servizio per il Network E’Tv, per il quale lavoro nella redazione di Reggio Emilia sede anche del quotidiano L’Informazione, e per questo raggiungo con il mio operatore il luogo dove già lo aspettano centinaia di reggiani, alcuni politici locali e molti colleghi sia della carta stampata che delle televisioni. Prodi arriva e il mio unico pensiero è di poter raccogliere una sua battuta per il telegiornale. Argomento: la devolution. Mi trovo per pura fortuna, almeno questo pensavo, di fianco al Professore che a passo svelto cerca di raggiungere la folla.
Mentre camminiamo ho la malaugurata idea di porgli la terribile questione «Professore, mi può commentare la votazione sulla devolution?». Aspetto fiduciosa una sua breve risposta anche perché ne ha parlato a tutte le agenzie per tutto il pomeriggio, mi basta lo ripeta nel mio microfono e siamo a posto. E invece, Prodi mi spinge via la mano con forza urlandomi «ma sono domande da fare queste? mi faccia il piacere». La sua reazione violenta e la sua spinta mi fanno perdere l’equilibrio e soltanto l’aiuto quasi involontario di una persona dietro di me, mi evita di cadere rovinosamente.
Rimango allibita e incredula. Prodi intanto ha cambiato espressione, sorridente e bonario saluta la folla. Finisco il mio lavoro e ripenso a quello che è successo e mi sento molto offesa prima come donna poi come giornalista. In fondo anche noi siamo cittadini come gli altri e in fondo mi pareva di essere stata cortese e professionale. Mi aspetto che qualcuno mi faccia delle scuse, che invece non arrivano. Cerco nel girato del mio operatore se la scena è stata ripresa ma purtroppo in quel momento era lontano da me, la fretta mi impedisce di fare il giro degli altri operatori per vedere se qualcuno ha ripreso questo vergognoso gesto. E pensare che proprio in occasione delle primarie l’emittente per la quale lavoro aveva fatto una lunga diretta e Prodi era intervenuto per ringraziarci del lavoro fatto e per raccogliere il frutto incontestabile della sua vittoria.
Argomento chiuso. Poi come una folgorazione sulla via di Damasco, leggo l’esperienza del collega siciliano. Sono confortata, allora non ce l’aveva con me... fa sempre così. Meno male.
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