Gian Piero Scevola
Adesso per andare in nazionale non basta più essere bravi, giocare bene, emergere in un lotto agguerrito di concorrenti, dare dimostrazione di grande personalità e disponibilità tattica. La nuova frontiera per poter indossare la tanto ambita maglia azzurra, quella che permette di entrare nella storia del calcio italiano, ha un nome a sorpresa: simpatia. La rivelazione, il colpo dingegno che spalanca nuovi orizzonti, louting insomma, è partorito dalla fervida fantasia di Christian Panucci, il 33enne difensore della Roma che da 5 stagioni veste il giallorosso e che ambirebbe a rientrare nel giro azzurro. «LItalia è uno dei pochi Paesi al mondo in cui un giocatore in forma non riesce a guadagnarsi un posto in nazionale solo perché risulta antipatico». Pensieri e parole di Panucci, intervistato sulle sue chances di essere di nuovo convocato in nazionale, dopo che il ct Marcello Lippi lha sistematicamente escluso dal giro azzurro da quando è arrivato alla guida della nazionale nellagosto 2004.
Da allora Panucci (48 presenze in nazionale, ultima apparizione il 22 giugno 2004 contro la Bulgaria a Guimaraes nel negativo europeo portoghese dellera Trapattoni) ha vanamente inseguito la maglia azzurra. Ha provato a mettersi in evidenza in queste due stagioni nella Roma, dimostrando sempre di essere a un buon livello ma, evidentemente, non simpatico più di tanto al ct col quale, guarda caso, in passato ebbe più di uno scontro polemico.
«Io, escluso dalla Nazionale per antipatia»
«Non sono simpatico al ct Lippi, così mi lascia a casa. Zaccardo sarebbe più bravo di me?»
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