«Io, ex modella italiana insegno ai geni»

Helena Sanson è la soap che diventa realtà. È il sogno che si materializza, come nei migliori racconti. Il suo cognome è veneto, lei è cresciuta in val d’Aosta con un pizzico di sangue svedese. E quando era ancora una ragazzina, il corpo esile e un viso da copertina come oggi, era una donna da passerella, da grandi firme come Krizia o Coveri. Helena era una modella e indossatrice. Per anni questo è stato il suo mestiere. E aveva pure tentato di diventare la nuova Miss Italia. Una vita tra New York, Miami, Londra. Ma la notte a studiare, a sgobbare fra trattati di letteratura e storia delle donne. Fino a che l’alta accademia non l’ha premiata. Addio alle passerelle, per questa giovane italiana si sono spalancate le porte di Cambridge. Ora, all’età di 39 anni, Helena è una Lecturer, un professore associato in Rinascimento e storia delle donne e letteratura femminile italiana. La sera, fra le mura del Clare College, si presenta a cena in toga, come impone l’etichetta.
Come si diventa una docente della più prestigiosa università del mondo dopo aver fatto anche la modella?
«Duro lavoro, fatica e opportunità. Mi sono laureata in Italia, ma poi ho vinto una borsa di studio, sono finita a Londra. In Inghilterra ho fatto il dottorato e infine ho fatto domanda a Cambridge e mi hanno preso».
Una storia da fiaba. E il mondo della moda?
«Le rispondo con una citazione biblica: c’è un tempo per ogni cosa».
Ricorda il suo primo colloquio?
«Si comincia con una semplice domanda, una application form. Se passi la prima selezione arrivi al colloquio. Mi hanno chiesto di simulare una lezione, alla presenza di altri accademici ma anche degli studenti».
E lei ha convinto.
«Ho avuto riscontri positivi anche dagli allievi. Qui la trasparenza è fondamentale. Anche i ragazzi esprimono la loro opinione rispondendo a un questionario».
La grandi università inglesi sono spesso accusate di essere troppo elitarie. È così?
«Quest’immagine non è affatto corretta. Qui si fa ogni sforzo per dare ai più bravi tutte le possibilità. Io stessa sono andata avanti con le borse di studio e quello che guadagnavo dall’insegnamento».
Com’è la vita nei college? Tutti seri e abbottonati?
«Sei circondato da grandi intellettuali, matematici e artisti. La sera si cena in toga nella great hall, in una grande sala dove sediamo tutti allo stesso tavolo. Ma poi siamo persone normali».
I baroni esistono anche lì?
«I concorsi sono aperti a tutti, spesso non sai nemmeno chi ti giudicherà e comunque qui vince solo la meritocrazia».


La sua formazione in Italia le è stata utile? Cosa ruberebbe all’Italia e cosa all’Inghilterra?
«All’Italia devo la mia formazione completa, ampia, rigorosa. Qui hai l’impressione di poter sempre progredire e che nulla ti è precluso se hai passione, metodo, rigore».

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