Cronaca locale

"Io mi terrei San Siro, però ci pianterei 10mila piante e alberi"

Il rossonero è pronto alla sfida con i cugini: "Loro più forti, ma noi abbiamo l'allenatore migliore. Io non credo ai miracoli, ma..."

"Io mi terrei San Siro, però ci pianterei 10mila piante e alberi"

Diego Abatantuono, Milano se la gioca sul tetto d'Europa e con due squadre. Stupito?

«Ma no, sarebbe cosa straordinaria se fossero finiti in semifinale Roma e Lazio. Sarebbero andati sul Vaticano a mettere la bandiera. Ma Milano...».

Milano?

«Il Milan ha vinto sette Coppe dei campioni, 14 semifinali... non è una novità. Ha vinto tanto, è un'abitudine, diciamo piuttosto che è stata una coincidenza strana che per un periodo non sia stata ai vertici. Adesso è sempre una soddisfazione fare una semifinale e farla con i cugini è ancora meglio. Anche se partiamo sfavoriti».

Parte negativo?

«Ma no, l'Inter è più forte. Nettamente. Ha una rosa più completa. A parte l'allenatore... il nostro è tra i più forti, ci godremo la semifinale e poi la finale che sarà Inter-Real Madrid o Manchester city. Quello che c'è di anomalo sono i soldi spesi dal Milan per arrivare in questa situazione. E avessero acquistato qualcuno di più per affrontare la fase finale...».

Scaramantico?

«Ma no, le dico una cosa: quando abbiamo preso il Napoli nel sorteggio pensavo sinceramente che fosse insormontabile per il Milan. C'erano 11 giocatori e 11 li hanno fatti giocare. Tattica del mister e anche destino... quindi potrebbe anche succedere. I miracoli non succedono, io non ci credo. Ma il destino, quello sì può far succedere anche qualcosa di straordinario».

Dove vedrà la partita?

«Forse a casa, o a Roma, chi vuole venire viene».

Solo milanisti?

«Può venire chi vuole.

Riti particolari?

«Nessuno, c'è solo un mio amico che non deve dire una frase e, guardi, non me lo chieda perché non la dico neanche a lei. E la finale la vedrò con gli amici interisti».

Stadio di San Siro, che ne pensa?

«Diciamo che non è ben chiaro quello che si può fare o quello che non si può fare, se si può ristrutturare. Ma non è una questione di nostalgia, mi risulta che ci sarebbero anche problemi di inquinamento. E poi farei ben i conti su dove andarlo a fare perché nel fare grandi opere ci siano interessi contrastanti. Ad esempio lasciarlo dove è adesso potrebbe anche salvare dalla speculazione la zona delle scuderie con ippodromi che sono una sorta di monumento nazionale da valorizzare».

Quindi lei cosa farebbe?

«Se fosse per me rifarei San Siro e pianterei 10mila alberi intorno e anche su in alto, all'ultimo anello, proprio in cima, per dare l'immagine più verde possibile di Milano. Sa come hanno fatto a Roma al Foro Italico dove giocano gli Internazionali di tennis? Hanno reso straordinari questi monumenti arricchendoli con tante statue. Il monumento di oggi è l'albero. Io pianterei un albero come fossero guglie. E sono tutte cose fattibili, di grande respiro e significato. Sarebbe un'immagine straordinaria vedere uno stadio tutto verde, un po' come il bosco verticale».

Chi metterebbe in campo contro l'Inter?

«Beh... è come se dicesse a un clochard che scarpe mettere: le stesse che uso da 4 anni! Può chiederlo all'interista che hanno 4 attaccanti, 8 centrocampisti...».

Allora, il suo giocatore preferito?

«Mmmh... tutti direbbero Leão o il portiere. (pausa) Le dico... le dico Calabria perché è quello che ha meno doti fisiche, si impegna di più, dà più sudore, sangue, anima.

Per l'impegno premio lui».

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