da Roma
«Il Popolo della Libertà ha acceso una luce sulla via dellintegrazione e del dialogo tra le religioni. Il Partito democratico lha spenta».
Onorevole Khaled Fouad Allam, lei era stato eletto con la Margherita nel 2006. Ha collaborato attivamente con il ministro dellInterno, Giuliano Amato, e la Consulta Islamica. Eppure è stato escluso dalle liste di Walter Veltroni: niente ricandidatura.
«La mia non è una delusione individuale, non riguarda la mia persona. Nel Pd non cè un solo candidato che sia rappresentativo del mondo islamico o di qualsiasi altra cultura o religione. Questa decisione è uno schiaffo allIslam e alla questione dellimmigrazione. In una lettera indirizzata a Romano Prodi, come garante del Pd, ho messo nero su bianco tutta la mia preoccupazione: il partito di Veltroni rischia di diventare un trompe loeil, un paesaggio finto, una vernice senza consistenza».
Perché non lhanno ricandidata?
«Purtroppo la ragione è una sola. La più banale ed ovvia: sono rimasti prigionieri del vecchio modo di fare politica. Hanno costruito le liste sulla base di logiche tribali. Io sono un outsider, non appartengo ad alcuna tribù e dunque sono rimasto fuori. Ma insisto: il problema non sono io, ma il fatto che non cè nessuno, nemmeno uno. Si tratta di un grave errore politico che tra laltro ho segnalato qualche giorno fa anche a Strasburgo, dove ero stato invitato a parlare per un seminario».
Quali osservazioni ha portato allattenzione del Parlamento Europeo?
«Lassurdo politico di un partito che si presenta come nuovo, anzi come il nuovo in assoluto, e che invece esclude dalla sua prospettiva tutto il discorso del multiculturalismo. Ma come fa il Pd a guardare al futuro? Veltroni non può fare soltanto discorsi teorici ma deve dimostrare con le sue scelte politiche che il suo è un partito davvero nuovo. Appena si è saputo della mia esclusione ho ricevuto centinaia di testimonianze di solidarietà. E sa chi mi ha chiamato per primo? Gianfranco Fini».
Il Popolo della Libertà ha candidato Souad Sbai, leader delle donne marocchine, e lha presentata insieme a Fiamma Nirenstein, ebrea, ed Eugenia Roccella, le portavoce del Family day.
«Conosco bene Souad Sbai, una donna coraggiosa, forte. Aver schierato insieme quelle tre donne è stato importante. Un gesto simbolico e la politica ha bisogno di simboli: vedere insieme quelle tre donne è stato come accendere una luce allorizzonte. Il Pd invece lha spenta. Sono sicuro che pagheranno caro questo errore, in termini politici naturalmente».
Ma lei sarebbe disponibile a collaborare con il governo Berlusconi, se il Pdl vincesse le elezioni?
«Certo. Non ho preclusioni di carattere ideologico.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.