Stefania Bianchini, due volte campionessa europea di pugilato, non si considera una «Million dollar baby». La trentaquattrenne milanese sfiderà domenica prossima Cathy Brown per il titolo iridato Wbc, pesi mosca, e spera di diventare la prima italiana ad alzare il titolo mondiale. Ma non si riconosce affatto con lo stereotipo di donna pugile dipinto dal film di Clint Eastwood.
«Una vera pugile è lopposto di quel personaggio» spiega la campionessa, in trepidante attesa di un incontro che potrebbe fare la storia del pugilato femminile.
Stefania può diventare la prima campionessa mondiale e, per la prima volta, un match valido per il titolo mondiale Wbc, che da pochi mesi ha aperto anche alle donne, sarà combattuto in Italia. «È un match storico - prosegue litaliana -, conosco la mia avversaria e lho già battuta per il titolo europeo del 2003. Mi sento pronta e questi giorni li vivo come una vigilia importante». I film sono i film ma la vita è la vita: «Non ci sono introiti nel nostro sport che ti permettano di cambiare la vita. Il pugilato ha bisogno di figure positive e io spero di essere una di queste». Come dire, animata da una grande passione. Passione che arrivava anche alla kickboxing, avendo Stefania conquistato quattro titoli mondiali in quella disciplina.
«Io non sono una million dollar baby»
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