Da sinistra non arrivano solo veti o silenzi imbarazzati su Craxi. Carmela Rozza, consigliere comunale del Pd, non ha paura a schierarsi: «La figura di Craxi deve essere rivalutata, sfido la Moratti ad andare avanti con la sua idea. Se lo farà sarò con lei».
Perché?
«Perché nella stagione di Tangentopoli Craxi è stato un capro espiatorio. E tanti innocenti sono finiti in galera, e magari si sono suicidati. Non si può liquidare Craxi come un condannato. Anche perché poi i tesori personali non sono mai stati trovati».
Lei sarà stata una giovane militante socialista allora?
«Veramente no, la mia prima tessera è stata del Pci, un anno prima della svolta, poi quella del Pds, da cui uscii proprio in polemica con la deriva giustizialista, per rientrare nel 98 con DAlema».
E a proposito di giustizialisti che ne pensa delle performance di piazza Cordusio? La sfida di quella piazza sembra diretta anche a voi, non solo al centrodestra.
«Di Pietro è venuto a consolidare il consenso degli anni di Tangentopoli, ma noi abbiamo la forza di rispondere. Su questo con lui cè assoluto dissenso».
Intanto il suo collega Basilio Rizzo avverte che ci sarà sempre qualcuno che la toglierà quella targa...
«Mi ha stupito. La sua contrarietà è legittima ma togliere una targa non è una cosa democratica».
Secondo altri con posizioni del genere il Pd continua a condannarsi alla sconfitta.
«Non so, ma credo che il problema non sia neanche perdere voti o guadagnarli, ma storicizzare quella stagione. Ci sono state troppe speculazioni».
Lei cosa si ricorda di quella stagione?
«Sono arrivata a Milano in piena fase socialista. Da ex anarchica e libertaria sarebbe stato il mio approdo naturale, ma non entrai nel Psi perché secondo me non cera abbastanza democrazia. Riconosco anche gli errori di quella gestione, ma questo non significa negare le cose buone».
La «Milano da bere»?
«In quegli anni io non avevo molti soldi a disposizione, non la frequentavo, ma ricordo quella Milano come una città di grande vitalità culturale. Gli spettacoli, i cinema dessai, la musica. Oggi se non puoi spendere 50 euro non puoi uscire. E i single, per esempio, avevano più diritti di ora».
Nel suo partito non si sente isolata sul caso Craxi?
«Nel partito la mia posizione ha piena cittadinanza, basti pensare a Fassino. Ha ragione, serve una riflessione collettiva. Anche in Consiglio comunale. E vale anche per Basilio Rizzo come per Riccardo De Corato».
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