«Io, prof precario, boccio la protesta»

«Io, prof precario, boccio la protesta»

Per settimane hanno organizzato sit-in di protesta e innalzato cartelloni anti- Gelmini. Alcuni si sono incatenati ai semafori delle strade, altri hanno sfilato in mutande. Sono i precari del mondo della scuola. Gli stessi precari che ancor oggi, quando la scuola è praticamente iniziata per tutti gli studenti (domani tocca a quelli dell’Abruzzo) continuano a far sentire la loro voce. Non piace il piano di ristrutturazione del sistema scolastico adottato dal governo. Un piano voluto dalla Gelmini al fine di migliorare la qualità ed eliminare l’equazione scuola-stipendificio. Non piace nemmeno l’ultimo accordo, stipulato tra il governo e i sindacati, che prevede una serie di ammortizzatori sociali per chi è rimasto senza incarico. E così i precari annunciano un’altra manifestazione nazionale a Roma il 3 ottobre.
Andrea Di Tizio è un precario come tutti gli altri.

Lui però non si è incatenato, non è salito su nessun tetto. E non parteciperà nemmeno alla manifestazione. È mosso dalle stesse preoccupazioni degli altri, ma boccia la protesta. Pubblichiamo la sua lettera in cui spiega le ragioni della sua scelta.

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