Politica

«Io, re dei ladri d’auto Le rubo ai ricchi per darle ai poveri»

Ha 43 anni e «lavora» a Napoli. «Il nostro trucco? Corrompere i parcheggiatori abusivi. Le vetture più richieste sono le Smart»

Carmine Spadafora

da Napoli

La più amata e ricercata dai ladri di Napoli è senza dubbio la Smart, ma la vetturetta superleggera è la preferita anche dai rapinatori. Al mercato dell’usato–rubato, la più piccola delle quattro ruote, viene pagata dai ricettatori dai 700 ai mille euro. Circa la metà viene, invece, valutato l’ultimo modello della Fiat Panda, mentre la bella e seducente Alfa 147, vale all’incirca 1200 euro. Vanno a ruba, è proprio il caso di dirlo, anche auto superlussuose come le Mercedes e la Bmw X5. Ma, la più venerata dai «topi» di auto napoletani è senza dubbio la Porsche Cayenne: seimila euro il prezzo sborsato dai ricettatori per averla.
Le cifre non si basano sul si dice, ma sulla confessione di uno dei massimi esperti del settore: sì, insomma, un ladro di auto, tra i più scaltri e preparati di Napoli, il che, vuol dire, di tutta Italia e forse d’Europa. Questo testimone, del quale riferiamo solo l’età, 43 anni, dei quali una dozzina trascorsi in carcere, sarebbe già pensionabile se esistesse un istituto di previdenza per questo tipo di lavoratori. «Rubo macchine, di tutti i tipi e per tutti i gusti, da quando avevo 16 anni. Ho sempre dimostrato qualche anno in più della mia età, quindi, passavo inosservato nel traffico di Napoli».
Svela i segreti del «mestiere», consapevole lui e consapevoli noi poveri automobilisti, che nulla cambierà a favore della sicurezza delle vetture, che siano esse parcheggiate in strada o nei garage. Dunque, la Smart: per aprirla basta allargare con le mani lo sportello dall’alto, infilare un braccio all’interno della vettura e il gioco è fatto. Una Fiat Uno spingerà poi la vetturetta in un luogo sicuro, lontano da occhi indiscreti, dove il neoproprietario provvederà a montare una centralina decodificata. Da quel momento l’auto potrà muoversi autonomamente senza spintarelle, fino allo «scasso» che ne ha fatto richiesta.
Appena più difficoltoso – ma è un eufemismo – appare il furto di un’Alfa 147, per la quale è sufficiente appena una dozzina di minuti per cambiare padrone, assicura l’esperto. «Per aprirla bastano un paio di forbici infilate nel blocchetto del portellone posteriore». Poi, una volta forzato il blocchetto di accensione, colleghiamo una centralina decodificata. Stesso lavoro lo ripetiamo applicando un’altra centralina al motore. A questo punto resta solo da collegare i fili per l’accensione: contatto e via».
Ma quanti sono i ladri di auto a Napoli, spesso in trasferta, anche al centro-nord d’Italia, dove le auto sono tenute meglio dai proprietari, grazie anche alla migliore qualità delle strade? «Una quindicina», svela l’esperto, alludendo ai «colleghi» dotati di una «preparazione migliore e non violenti, anche se dobbiamo fare i conti con un piccolo esercito di giovani leve incontrollate che, pur di prendersi un’auto, sarebbe disposto a tutto».
A Napoli e in provincia, riferisce la Questura, l’anno scorso, nel periodo che va dal 1° gennaio al 30 settembre, sono state rubate 5987 auto, la media di 21,9 al giorno. Quest’anno sembrerebbe che le cose stiano andando meglio: relativamente allo stesso periodo, infatti, sono state rubate «appena» 4835 auto, mediamente, 17,7 al mese, quindi, poco più di quattro macchine in meno, rispetto ai primi 9 mesi del 2004. Ma il dato è ingannevole se si considera che, invece, sono aumentate le rapine delle vetture, fenomeno gravissimo in espansione: non passa giorno che le cronache dei quotidiani, non si occupino di malviventi che, pistole in pugno, si fanno consegnare auto nel centro di Napoli, come in periferia e in provincia.
Insomma, è veramente inarrestabile il furto delle auto a Napoli oppure esiste qualche rimedio per evitare di entrare a far parte di questa poco invidiabile statistica? A detta dell’esperto che abbiamo consultato, sembrerebbe di no. Il tanto celebrato satellitare (e suoi affini), ad esempio, sarebbe poco più di un giocattolo nelle mani dei ladri di auto napoletani. «Basta seguire il filo del telefono per arrivare alla centralina. Una volta individuata, si sradica dalla sua sede e siamo in grado di allontanarci tranquillamente. Quando le forze dell’ordine arrivano sul luogo dove è stato segnalato il furto, trovano solo la centralina, ormai inservibile».
Qualche problema lo provocherebbe il block shaft «ma a patto che sia montato sulle auto di piccola cilindrata». Un solo antifurto sta creando già da tempo grossi problemi ai ladri di auto: il rilevatore «elsag», una sorta di «radar», come lo chiamano i topi di vetture, di cui sono dotate le autoradio dei carabinieri. L’elsag è in grado di leggere le targhe delle auto che rientrano nel suo raggio di azione e di rivelare in tempo reale se si tratti di una vettura rubata. Fino a qualche tempo fa, era attivo un antifurto efficace ma solo per pochi eletti, creato dagli stessi ladri di auto: un adesivo con le insegne di una casa automobilistica inglese. Era quello il segnale che quella vettura o quella moto, fosse intoccabile. «Ha funzionato fino a quando non abbiamo rischiato, per via di quell’adesivo, di essere incriminati per associazione per delinquere», svela l’«esperto».
Esistono tre strade per le vetture rubate a Napoli: lo scasso (e qualche carrozziere o meccanico spregiudicato), il cosiddetto «cavallo di ritorno» e la via dell’est europeo. Ma, il mondo dei furti di auto è variegato e complesso. Ad esempio ci sono gli scassi che acquistano auto rubate ma non quelle rapinate. A Scampia, ad esempio, il quartiere simbolo della malaNapoli, comprano di tutto: vetture rubate e rapinate, di piccola e di grossa cilindrata mentre negli altri «scassi», situati nelle altre zone periferiche di Napoli, di auto rapinate, pare non ne vogliano neppure sentir parlare.
Ma, esiste anche un modo più facile per entrare in possesso di un’auto senza correre tanti rischi e senza dover girare con indosso gli arnesi del mestiere: l’inganno. È la via che hanno scelto alcuni parcheggiatori abusivi, che tradiscono la fiducia degli automobilisti che, oltre ad affidargli l’auto in custodia, gli consegnano anche le chiavi. «Una vettura che ha mercato, la paghiamo 200, anche 300 euro ma lavoriamo puliti, con pochi rischi.

A volte i parcheggiatori tirano sul prezzo, come in un libero mercato ma a noi conviene lo stesso».

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