«Sono stato tradito da Dunga e Capello, la svolta nella mia carriera è arrivata con Mourinho». Nella voce di Marcelo Vieira c'è un'infinita ma dignitosa malinconia dell'innamorato consapevole di non essere stato corrisposto. Don Fabio non l'ha mai apprezzato più di tanto, mentre Dunga l'ha tradito quasi sull'altare escludendolo all'ultimo minuto dalla Seleção in partenza per i mondiali sudafricani. In effetti è stato difficile nei primi tempi portarsi addosso l'ingombrante fardello di erede di Roberto Carlos. Il 23enne mancino del Real ha però trovato la sua collocazione grazie allo Special One. La stima per il tecnico portoghese è così vigorosa da allontanare per un momento la suggestione della sfida al Camp Nou. Partita da dentro o fuori senza più prove d'appello.
Vi considerate quasi spacciati o davvero credete ancora al miracolo?
«Bisogna partire dal presupposto che in partite così non esistono squadre favorite. Il livello tra noi e il Barcellona è talmente analogo che possiamo vincere in trasferta esattamente come è accaduto a loro la scorsa settimana».
Certo che senza l'espulsione di Pepe...
«Sì, sarebbe stata un'altra gara. Sono saltati i meccanismi, perché Pepe stava vivendo un periodo di forma straordinaria e aveva tenuto d'occhio Messi. Chi lo sostituirà stasera saprà essere comunque all'altezza della situazione».
Il Barcellona sabato ha perso in campionato, è significativo?
«Anche noi, ma non ho visto la partita in tv. Non guardo mai il Barcellona, preferisco andare al cinema».
E allora facciamo un gioco, se potesse diventare il protagonista di un film a chi si ispirerebbe?
«A Will Smith nella pellicola Io Robot. Mi ci vedo bene nei panni del detective Del Spooner. Lui a caccia di androidi, un po' come io con Messi...».
Un'eventuale rimonta, che avrebbe del clamoroso, la dedicherebbe a qualcuno?
«Da quando sono arrivato al Real ho scoperto di essere molto amato dai bambini, forse perché ho la faccia da adolescente. Mercoledì sera hanno pianto. Darò tutto me stesso per loro. È una promessa».
Torniamo a Mourinho. Il vostro rapporto è idilliaco.
«È stato davvero decisivo per la mia carriera, anche se non è un allenatore che ha rapporti privilegiati con alcuni calciatori piuttosto che con altri. Sa motivare tutti indistintamente. Le sue parole fanno breccia. Vai in campo pensando di dover giocare una finale, questo lo rende speciale».
Ma è vero che a fine stagione Mourinho andrà via?
«Intimamente ho la convinzione che rimarrà a Madrid».
Anche in caso di eliminazione?
«Ancora di più, per dimostrare di essere un vincente».
La stampa iberica parla di rivoluzioni in caso di eliminazione.
«Siamo ben attrezzati così. Ma se dovessi aggiungere un nome a questo gruppo direi a occhi chiusi Fabregas».
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