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«Io, una rompiscatole che ha paura del mare»

«Volevo regalarmi un’auto, ma dopo l’oro alzo il budget: prenderò una casa. Ma che delusione aver fallito la qualificazione nei 200 dorso...»

nostro inviato a Budapest

Le chiedono: com’è la medaglia? Risponde con quel fare romanesco che ti mette addosso l’allegria: «Di coccio. Vedete un po’ se la devo dare in testa a qualcuno». Alessia Filippi è un susseguirsi di colori e sapori, quelli di una ragazza che ha scoperto l’altra faccia di un mondo. A 19 anni. Felicità attraversata da un’ombra: c’è un oro e c’è un neo. Quando ripensa al pasticcio di giornata. Era venuta agli europei per provarsi nei 400 misti («A Madrid ero stata settima, qui ho deciso di farli una settimana fa») e vincere i 200 dorso. Ieri ha vinto i 400, oggi guarderà la finale dei 200 dalla tribuna. Non ce l’ha fatta, ha corso la semifinale dieci minuti dopo la finale. «Negli ultimi 50 metri sono scoppiata». Undicesimo tempo e a casa: «Avrò la giornata libera». Un pizzico di rimpianto, che neppur quell’oro in mano riesce a soffocare.
Sono attimi, perché poi il mondo torna azzurro. Sul podio s’è messa a ballare e cantare: la sua passione, ma è stonata. Ha guardato verso le tribune ed ha visto la mamma con la solita lacrima sul viso. Si commuove sempre, la signora, questa volta di più. «Si è prosciugata, ora peserà la metà». L’oro è dedicato a tutti, a tanti, ai genitori. Al papà: «Rimasto a casa a soffrire». Al preparatore atletico, al tecnico («Perché sono una bella rompiscatole»). Al quartiere di Torbellamonaca, dove è cresciuta, ha imparato a nuotare, peccato ci fosse una sola piscina. Tutto cominciò quando aveva quattro anni, la prima vittoria a cinque anni: 25 metri a dorso con ciambella.
Oggi quel fisico lungo e asciutto, affusolato come un siluro, penetra l’acqua come in una carezza. Strano modo di intendersi: Alessia ha paura del mare, ma in acqua ci sta come un pesce. In questo anno ha mutato vita e storia. Elenca: «Ho cambiato scuola, ho un altro tecnico, sono andata via da casa e sono entrata nella guardia di Finanza. Prima ho preso la maturità a scuola, 75 neppur male per una che fa sport, ed ora l’oro». Elenca tutto come fosse un’impresa, anche i regali che si è concessa in questi ultimi due anni: «L’anno scorso, a 18 anni, il record italiano. Quest’anno, a 19 anni, l’oro europeo. L’anno prossimo avrò vent’anni e ci sarà il mondiale». L’ambizione non ha confini. Per ora la finanziera vuol evitare guai con la concorrenza e, infatti, quando qualcuno azzarda: vi siete scambiati i ruoli con Federica Pellegrini? Ti senti la primadonna del nuoto in rosa? Lei mette l’altolà: «Sono cambiate tante cose, non ci siamo scambiate ruolo. Lei è stata il nostro apripista, ci ha sdoganate». Alessia è una ragazza solare, ma garantisce di avere un brutto muso quando le cose non girano. Però ha idee chiare, magari dette con una battuta. «Un posticino nel nuoto? A me serve un posto grande, sono alta un metro e 85» . Ed ha già fatto i conti in tasca al papà: «Vorrei un’auto, ma prima devo prendere la patente. Questo è un oro bello, alzerò il budget. Nei prossimi due-tre anni vorrei comprarmi una casa. Ci tengo». Il mio oro per una casa: potrebbe essere un ritornello di successo.
A proposito: se quell’oro è di coccio, lei lo ha tirato in testa a Laure Manadou, la vorace campionessa francese che voleva comporre la sua collana d’ori cominciando dai 400 misti. Ieri mattina è miseramente affondata nelle qualificazioni.

E Alessia Filippi, nel suo piccolo-grande mondo, ha contribuito a rendere più divertente l’ultimo gioco di società inventato dagli azzurri d’Italia: far stizzire i francesi.

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