"Io, sindaco impotente davanti agli spacciatori"

Il j’accuse di Letizia Moratti: "Aspetto risposte serie. Maroni è d’accordo con me. E' una battaglia difficile, soprattutto se dobbiamo condurla con queste leggi". Più luci e agenti nelle zone a rischio

"Io, sindaco impotente davanti agli spacciatori"

Impotente di fronte agli spacciatori. «Con la legge attuale non siamo in grado di intervenire e spezzare la catena tra chi spaccia e chi consuma droga. E il governo non mi ascolta». Metti un mezzogiorno di mezza estate davanti alle telecamere (di TeleLombardia) con il sindaco che racconta un po’ di Milano e risponde (come fa una volta al mese) ai telespettatori. E scopri (ma questa non è una novità) che i milanesi chiedono prima di tutto più sicurezza. Poi magari anche più verde, la difesa del parco del Ticinello, parcheggi, la Biblioteca europea, il destino della manifattura tabacchi che diventerà città del cinema. E cosa fare d’estate, quando il caldo impazza e la città si svuota.
«Ho settantun’anni e parlo a mio rischio. Perché quelli sanno chi sono. Ma non ho paura perché voglio un futuro diverso per i miei figli e i miei nipoti». Vive a Quarto Oggiaro, la signora («e questo è il problema»). Il tono fiero, nessuna acrimonia. «Un quartiere dimenticato. Di serie B». Anche se quando il sindaco è arrivato a inaugurare la fontana, l’Amsa l’ha tirato a lustro («mancava solo la cera sulle strade»). Poi più niente. «Sento che si sta facendo tanto per altre zone. Ma per noi? Qui hanno ricominciato a spacciare. Sono dappertutto». Poche parole, tutte a bersaglio. «Abbiamo riqualificato villa Schleiber - replica la Moratti - restituendola al quartiere. All’interno abbiamo aperto un posto della polizia locale che prima non c’era per presidiare meglio il territorio». E la droga con tutto quello che si porta dietro? «Ho parlato in questi giorni dell’attuale normativa anche con il ministro dell’Interno Roberto Maroni - spiega il sindaco - Ha detto di essere d’accordo con me. Ma ancora non riesco a farmi ascoltare dal governo». Ma a lei, donna pratica, le assicurazioni non bastano. «È una battaglia difficile. Mi avevano assicurato che nel Pacchetto sicurezza ci sarebbe stato un emendamento apposito. Ma così non è stato. L’hanno stralciato. Adesso spero che quell’emendamento sarà presentato nel disegno di legge». Passaggi burocratici e istituzionali per ora solo annunciati. «Mi aspetto dal governo risposte vere e concrete per i cittadini. Abbiamo una normativa nazionale che non consente alle forze dell’ordine e alla magistratura di colpire gli spacciatori». Come se non bastasse è «drammatico, deleterio e devastante» un recente pronunciamento della Corte di Cassazione che attribuisce ai giudici la discrezionalità nell’individuare la soglia che separa il consumo dallo spaccio».
Nel frattempo ricorda quanto Milano sta già facendo con le sue forze. «Abbiamo assunto - ricorda - 240 nuovi uomini della polizia locale per aumentare il presidio del territorio». E poi il milione e 700mila euro stanziati per progetti delle associazioni antidegrado. Dai Blue berets agli uomini dell’Associazione poliziotti italiani che saranno impegnati in zone a rischio, «come via Padova, viale Monza, Maciachini, Jenner e la stazione Centrale dove le donne che lavorano nei turni di notte saranno scortate». E poi la nuova illuminazione. «Altri 21 milioni di euro. Si è cominciato con la Centrale, piazza Repubblica e via Vittor Pisani. Il 30 luglio ci sarà l’inaugurazione dei lampioni in viale Monza e viale Padova».
Ma la criminalità non è solo «micro». E quand’è «macro» va combattuta con ancora maggior decisione, l’incalza da brava giornalista Stefania Cioce.

Magari, soprattutto oggi che arrivano gli appalti per l’Expo, anche con una commissione comunale antimafia. Quella bocciata dalla maggioranza di centrodestra. Oggi smentita dalla Moratti. «La commissione? Decide il consiglio, ma io la vedrei positivamente». Contrordine consiglieri.

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